È una società che abitua poco al dolore, alla sopportazione. Avete mai fatto caso che quando un bambino si fa male, si fa di tutto pur di farlo smettere subito di piangere? Sicuri che così gli sia passata? Forse non è solo un espediente per mettere fine prima al fastidio del pianto? Se gli si lasciasse il tempo di elaborare lo spavento e poi il male, infine l’accettazione che non è successo niente, non sarebbe meglio, invece che imporgli i nostri tempi più frettolosi? È una lezione che poi si porterà dietro anche da adulto, quella di non saper affrontare il dolore, sia fisico che psicologico.
Quando ci succede qualcosa di brutto, non vediamo l’ora che sia tutto passato o cerchiamo in ogni modo di farlo passare il prima possibile: c’è chi alla prima avvisaglia di mal di testa, si fionda sull’armadietto delle medicine; chi viene lasciato, si lancia sulla prossima storia senza crederci davvero; chi non vuole pensare ai problemi, ottenebra la mente con diversivi come l’alcool o peggio, la droga. Ma così non risolviamo nulla: il dolore è ancora lì e quando ci sembra che se ne sia andato, torna a chiedere il conto con gli interessi.
Proprio ieri era una giornata no per me: niente sembrava andare per il verso giusto, brutti pensieri continuavano ad attraversarmi il cervello e non son riuscita a produrre nulla di sensato in un’intera giornata. Cosa fare? Forzarmi a lavorare, rifuggire i pensieri guardando un film, uscire di casa per non pensare? Niente di tutto questo: mi son lasciata cullare dal dolore, l’ho attraversato tutto, non sono fuggita e l’ho guardato in faccia. Ho guardato in faccia le mie peggiori paure, ci ho fatto i conti. Avrebbe potuto essere una giornata persa, secondo molti; per me è stata una giornata proficua: è il modo della vita per prepararmi a superare ciò che mi spaventa, a essere in grado di uscire ancora più forte dalle situazioni che mi terrorizzano. Nessuno mi ha messo fretta, in primis io non ho messo fretta a me stessa.
Perciò, SeDici che stai soffrendo, lasciati attraversare dal dolore, non rifuggirlo. Guarda in faccia ciò che ti fa paura, ciò che ti tormenta e accetta i tuoi limiti: conoscerli è l’unico modo per imparare a superarli. Fermati, respira, osservati dentro, impara: solo quando smetti di piangere e tremare, ti rendi conto che tutto ciò che ti sta facendo soffrire adesso, un giorno ti tornerà utile. E che non era niente di spaventoso o insormontabile. Era la fretta di uscirne il prima possibile a non consentirti di capirne il senso: perchè come la gioia, anche il dolore è un’esperienza e se vissuta fino in fondo, non può che renderti migliore. Prenditi il tempo di essere triste oggi: imparerai a essere felice domani.

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