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ottobre 13, 2017

Tutto il mio folle amore

  • Storie di tutti i giorni

“Che io possa esser dannato
se non ti amo
e se così non fosse,
non capirei più niente”.

Domenico Modugno

 

Anni Trenta

Lidia è una donna dolce e mite ma forte. Quando il suo fidanzato Oscar parte per il Nord Africa per la guerra, l’unico modo che i due innamorati hanno per comunicare sono delle lettere che ci mettono settimane ad arrivare. Altroché WhatsApp, settimane di vero strazio in cui la paura prende il sopravvento su tutto, in attesa di un cenno di vita. In quelle lettere, lui le confida il suo timore di tornare senza una gamba, un braccio o un occhio, la sua preoccupazione che lei non lo voglia più o che sia costretta a vivere con un invalido.

Ebbene, lei per tutta risposta gli manda una domanda di nozze con un documento speciale e dopo tre anni che non si vedevano – sì, tre anni! – riescono a sposarsi per procura, lui nel deserto in divisa cachi davanti a un ufficiale militare e lei al braccio del fratello Ernesto, ufficiale di marina, con un semplice abito e una coroncina di fiori, passando sotto al tunnel di spade incrociate dai militari in divisa bianca.

Nel 1936 Oscar riesce a tornare tutto intero dal fronte e muore circa vent’anni dopo, nel 1958. Ebbene, Lidia non ha mai smesso di amarlo, nominarlo e averlo nel cuore. Nel suo caso, la morte non li aveva separati proprio per niente. Lui è stato il primo e l’unico. E per sempre, così è stato.

 

2017

“Ora possiamo iniziare a ordinare i mobili”.
“Sì, poi ci sistemiamo con le spese…”.
“No, preferisco pensarci io, mi sento più sereno”.
“Perché?”.
“Mi fa stare più tranquillo. Sai, se dovesse succedermi qualcosa…”.
“Guarda che ridurmi al rango di coinquilina non cambierà le cose, a questo punto potevi lasciarmi 11 anni fa. E comunque ti ho già visto quando facevi schifo. E ti ho amato ancora di più”.

 

L’amore è una cosa che non si può spiegare, qualcosa di folle: non è arrendersi al dolore e alla paura, ma cercare di combatterli insieme; non è masochismo, ma un’assurda felicità; è dare retta alla pazzia, ma dimostrando di aver ragione. “Salti tu, salto anch’io”, diceva Jack a Rose sul Titanic. È scegliere di non salvarsi da soli, perché l’amore salverà entrambi.

 

[Grazie a Johann per il racconto meraviglioso dei suoi nonni]

Foto dal sito: Circolo dei Lettori
amore guerra lettere lettere d'amore Matrimonio paura scrivere lettere storie d'amore
by Francesca Favotto | no comment
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Chi sono

"...Non è Francesca", recita la canzone di Battisti. E invece sì, son proprio io.
Nasco a metà degli anni Ottanta, la settimana in cui i Dire Straits dominavano le classifiche mondiali con il loro successo ‘Money for nothing’, sotto il segno della Bilancia, ascendente Leone. Determinata e tenace, innamorata della vita e del bello, appassionata di musica fino al midollo (grazie ai Dire Straits nel mio trigono), sin da piccola preferisco i temi di italiano alle equazioni di algebra, inclinazione che mi porta a intraprendere studi a carattere umanistico. Linguista per necessità, ma giornalista per passione, ben presto scopro quant’è bello e divertente girare come una trottola in cerca di notizie. La serie tv ‘Sex and the city’ dà il colpo di grazia al mio destino: la vita di Carrie Bradshaw è troppo bella per non provare a realizzarla!

Un’insana passione per lo shopping unita alla curiosità per il fashion biz mi aiutano quindi a ‘masterizzarmi’ in Giornalismo di Moda, titolo che mi apre la strada in un settore pieno di sogni e di amore: quello del matrimonio! Fidanzata da quindici anni, cerco di apprendere più nozioni possibili sull’argomento, applicandole nella vita a due. A un rimpianto preferisco un rimorso, a un muso lungo un sorriso, al bicchiere mezzo vuoto sempre quello mezzo pieno, a una vita senza sogni per paura di non riuscire ad avverarli, ne preferisco una piena di cicatrici e sudore nel tentativo di esaudirli. Sognavo la vita di Carrie… e intanto non mi accorgevo che la mia è pure meglio.

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