Mi hanno chiesto la differenza tra innamorarsi e amare. Vediamo…
Innamorarsi è quando lo vedi per la prima volta e senti il cuore in gola letteralmente; è non vedere l’ora di vederlo ed essere felice appena lo scorgi; è impegnarti a essere la migliore versione di te stessa affinché lui ti scelga per cominciare una vita insieme.
Amare è tutta questa roba qui, tutti i giorni; non è impegnarsi perché ti scelga per cominciare, ma perché ti scelga ogni giorno. È svegliarsi e ringraziare di averlo accanto nonostante di notte russi; è vedere le prime rughe comparire sul suo viso e sceglierlo; è vedere i primi capelli bianchi e sceglierlo; è mettere su 15 chili e sceglierla; è sentirsi dire dalla sua oncologa: “No, signora, noi ci impegneremo al meglio, ma suo marito ai 50 non ci arriva”, farsi due conti e sceglierlo; è vederlo ricoperto dalle pustole per via delle cure e sceglierlo.
È come scalare la montagna, camminare per arrivare alla vetta: è dura durissima, quasi nessuno ce la fa, è un’impresa che sa di impossibile. Ma pochi ci riescono. Come Reinhold Messner: ha scalato tutti gli 8000, è arrivato là dove nessuno è riuscito mai, ha rischiato la vita ogni singolo centimetro – a certe altezze manca l’ossigeno, la natura si fa ostile, ci sono pochi appigli – eppure è arrivato in cima. Anche a lui sarà venuta voglia in certi momenti di girarsi e tornare indietro, eppure è arrivato in cima. Nessuno sa cosa si vede, come si respira là in alto. Nessuno, a parte lui e pochissimi altri.
Ecco, l’amore è questa cosa qui: fare l’impossibile, riconciliarsi con la propria parte divina, vivere il privilegio dell’incredibile non senza sacrifici e dolore. È essere folli: testimoni dell’ineffabile, qualcosa che c’è ma non si riesce a spiegare. Lo si può solo vivere.

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