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gennaio 12, 2018

L’importanza di NON fare buoni propositi

  • Strettamente personale

“C’è chi dice no,
c’è chi dice no,
io non ci sono”.

Vasco Rossi

 

Quando ho iniziato yoga, provai a fare anche una lezione di Nidra. Lì, inerme, stesa a terra, dissero: “Pensate a un mantra, un desiderio forte che avete, e ripetetelo per tre volte nella vostra mente, vedrete che lo conquisterete nella vostra vita”. A me venne in mente istintivamente: “Imparare a dire di no”. A chi, a cosa non mi era chiarissimo. Quando mi risvegliai dalla trance e tornai a casa, mi aspettavo che dall’indomani cominciassi a dire no a chi mi chiedeva troppo. Ma così non fu.

Ho continuato a dire di sì a chi mi chiedeva aiuto, comprensione, ascolto, consigli, lavoro fuori orario o fuori budget. Il tutto a costo del mio esaurimento psico-fisico e creativo, perché concedersi costa. E spesso la perdita non è solo economica.

Quest’anno l’ho cominciato senza grandi aspettative nè facendo la solita lista dei buoni propositi: finora non ne avevo mai perseguito mezzo, avrei mai cominciato quest’anno? Ed è stato proprio così che è successo, è capitato come un dono inaspettato.

Ho rispettato l’unico grande proposito che il mio inconscio desiderava: ho imparato a dire di no. Ho detto no a chi dopo avermi ignorato per mesi, pretendeva una risposta entro poche ore, a chi sminuiva la mia professione “perché questo potrebbe farlo chiunque”, a chi mi proponeva un compenso iniquo per il lavoro da svolgere. Ho detto di no. Perché il mio lavoro, la mia creatività, il mio tempo, la mia famiglia, me stessa vengono prima di proposte che prima mi sarebbero sembrate irrinunciabili, ma ora invece. Perché il mio inconscio voleva che mi riconoscessi più importante e più in gamba di come mi potevano considerare gli altri. Perché la felicità nel fare ciò che amiamo passa anche da quello cui sappiamo rinunciare o privilegiare.

Finora avevo detto molti no, ma sempre e solo alla persona sbagliata: me stessa. “Sei brava, Franci, sei in gamba, sei forte, molto più di quello che pensi”: imparo a dirmelo da sola, sicchè poi possano imparare anche gli altri. E da qui mi rimetto in cammino per la felicità.

 

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by Francesca Favotto | no comment
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Chi sono

"...Non è Francesca", recita la canzone di Battisti. E invece sì, son proprio io.
Nasco a metà degli anni Ottanta, la settimana in cui i Dire Straits dominavano le classifiche mondiali con il loro successo ‘Money for nothing’, sotto il segno della Bilancia, ascendente Leone. Determinata e tenace, innamorata della vita e del bello, appassionata di musica fino al midollo (grazie ai Dire Straits nel mio trigono), sin da piccola preferisco i temi di italiano alle equazioni di algebra, inclinazione che mi porta a intraprendere studi a carattere umanistico. Linguista per necessità, ma giornalista per passione, ben presto scopro quant’è bello e divertente girare come una trottola in cerca di notizie. La serie tv ‘Sex and the city’ dà il colpo di grazia al mio destino: la vita di Carrie Bradshaw è troppo bella per non provare a realizzarla!

Un’insana passione per lo shopping unita alla curiosità per il fashion biz mi aiutano quindi a ‘masterizzarmi’ in Giornalismo di Moda, titolo che mi apre la strada in un settore pieno di sogni e di amore: quello del matrimonio! Fidanzata da quindici anni, cerco di apprendere più nozioni possibili sull’argomento, applicandole nella vita a due. A un rimpianto preferisco un rimorso, a un muso lungo un sorriso, al bicchiere mezzo vuoto sempre quello mezzo pieno, a una vita senza sogni per paura di non riuscire ad avverarli, ne preferisco una piena di cicatrici e sudore nel tentativo di esaudirli. Sognavo la vita di Carrie… e intanto non mi accorgevo che la mia è pure meglio.

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