Esistono degli attimi più attimi di altri. L’attimo in cui ci si scontra con un’altra macchina, in cui si ricevono brutte notizie dal medico, in cui si muore. A cosa si pensa in quegli attimi? Lester Burnham rivide la sua giovinezza, il viale alberato di casa sua, sua moglie. Ai genitori capita lo stesso, dicono: e se mi succede qualcosa, chi penserà ai miei figli?
L’altra sera mi sono accartocciata sulla mia caviglia, niente di grave. Ma ero in ansia: la casa da mandare avanti, la malattia che non c’è, Teo che non sta bene e che non può prendersi cura anche di me. Teo.
Ho sentito un dolore dentro, l’ansia salire, il respiro farsi corto. La caviglia non c’entrava nulla, della caviglia non mi fregava niente. Era il senso di colpa di non poter più aiutare, ma di dover essere aiutata. Io che ho sempre odiato le stampelle – emotive e materiali -, ora mi ritrovo a dover dipendere da loro. Da Teo, sempre più stanco.
Che invece di andare a letto a riposare, l’altra sera mi ha preparato un bagno caldo e mi ha detto: rilassati, io sono qui per te. E io che non mi prendevo 5 minuti per me da secoli, ho chiuso gli occhi e ho ringraziato Dio. Di essermi meritata un Amore del genere, di poter contare su qualcuno. Di amare profondamente e di essere riamata. Cosa conta di più nella vita?
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