Tu. Lui. Undici anni di mezzo. Il primo, l’ultimo, il grande amore. Che non sai nemmeno come si faccia ad amare qualcun altro, a fartelo piacere, a farci l’amore, ad annusarne la pelle. Poi arriva lui, l’altro. Che fisicamente non è il tuo tipo, che forse in un altro momento non l’avresti nemmeno notato, che non gli avresti nemmeno rivolto la parola. Ma adesso, adesso è l’unica cosa di cui avresti bisogno. E lo guardi, e ci parli, e forse lo sbatteresti al muro, così su due piedi, senza pensarci troppo. Ché lui è troppo carino: nei modi, nelle parole, nei gesti. E ti dice le cose che il tuo fidanzato non ti ha mai detto, ti stringe nel modo in cui il tuo lui non ha mai fatto. E tu lo vuoi vedere, lo vuoi sentire, ma lentamente si insinua in te il senso di colpa, e il desiderio di lui, di voi. Ma senza desiderarlo davvero, però. Perché…
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Una coppia… un po’ così
“Ma noi riusciremo mai a sposarci un giorno?”, “Sì certo, stiamo lavorottando per questo”. Attimo di silenzio. “E come ti immagini che saremo noi? Come vuoi che diventiamo?”, mi rimbecca lui. “Mah, voglio che diventiamo una di quelle coppie… un po’ così”. E nel pronunciarlo, socchiusi gli occhi, strinsi le labbra a mo’ di topolino e mossi le mani nell’aria a disegnare dei piccoli cerchi. Cosa volevo dire non so, un po’ così potrebbe essere tutto e niente. Così felici, così serene, così belle, così innamorate? “Cos’è il così, cosa significa?”, mi chiese lui. “Non lo so”. Appunto. Una coppia senza definizione, non imbrigliabile in nessuna categoria, forse. Una coppia capace di litigare per tutta la sera, continuare per buona parte della notte, addormentarsi, poi cercarsi nel buio perché senza l’amore non c’è pace. Una coppia capace di prendersi ognuno i suoi spazi, ma che non fa un passo senza che l’altro dia il sostegno necessario per compierlo. Una coppia…
Il bacio del buongiorno
Il bacio del buongiorno. Esiste qualcosa di più sottovalutato e ignorato del bacino dato appena svegli a chi vogliamo bene? Ok, è sopravvalutato per tanti troppi motivi: scordiamoci, infatti, i baci appassionati dei film americani, dove lui si sveglia mezzo ignudo e bello come un dio greco e lei è tutta in ordine con la messa in piega e il viso bello e truccato. Macchè: la mattina due terzi delle coppie normali si sveglia in un campo di battaglia, lui sgarruppato e con i crostoni agli angoli degli occhi; lei sfattissima, con la faccia distrutta e due occhiaie che nemmeno un panda. Per non parlare dell’alito che altroché mentine, ci vorrebbe un tubetto di dentifricio intero. L’unica che ebbe il coraggio di parlarne apertamente fu Susan Mayer in ‘Desperate housewives’, quando osò proporre al neo marito madonna-quant’è-fico Mike Delfino il sesso mattutino solo ed esclusivamente post-mentine. Oh, che liberazione, finalmente un altro tabù è caduto, che non se ne poteva…
Elogio del litigio
Litigare: ci si scontra, ci si fa male ci si violenta, ci si ferisce. Ci si uccide, a volte. Con le parole o anche fisicamente. Litigare significa che qualcosa non va, aver raggiunto il punto di rottura, a volte di non ritorno. Per poi tornare insieme. Si accumulano tensioni, risentimenti, mai detti, mal detti e si scaricano come un tornado sull’altro, magari senza pensarli davvero. O senza pensare e basta. Alle conseguenze, alle ferite e alle cicatrici che inevitabilmente lasceranno. Starà poi a noi voler o imparare a ricucire lo strappo, prendere ogni coccio e rimetterlo insieme. Lavoro intenso e faticoso, quello di stare insieme, già. Ma nessuno, neppure coloro che arrivano a vivere una vita insieme, ci ha mai detto che sarà facile. Ci illudiamo dopo i primi mesi di sorrisi, farfalle fuori e dentro lo stomaco e occhi a cuoricino che tutto sarà una favola. Ma poi si scopre che non è così. Al primo no, al primo…
Questione di scelta
Inerzia: torpore, indolenza, pigrizia; perseverare in uno stato senza far nulla per cambiarlo. Lo assocereste mai alla parola amore? Verrebbe da rispondere subito di no, ma vi assicuro che l’amore inerte esiste. E a questo punto non so nemmeno più se sia amore. Sapete quando si sta insieme per farsi compagnia, perché non si ha niente di meglio da fare, perché altrimenti da sola che faccio, perché se no chi mi si piglia, perché voglio assolutamente qualcuno che mi sposi, non importa se l’amo o no, perché ormai chi altro dovrei cercare? Ecco, trattasi di amore inerte. Non si ha la forza di cambiare, o all’interno del rapporto o il compagno, non si vuole scegliere la felicità. Perché farlo costa fatica: lo sforzo di essere migliori, di impegnarsi per cambiare, di scegliersi ogni giorno. Ché non è tanto l’abitudine a spaventare, anzi io sono per la routine, la comoda sana routine che fa apparire ogni cosa più confortevole: il divano…
I maschi innamorati
Ieri, mentre scrivevo, mi sono premiata, mettendomi come sottofondo la bellissima ‘Mirrors’ del bellissimo Justin Timberlake, dedicata ai suoi nonni e a sua moglie Jessica. Proprio ieri, guardandolo di sfuggita, mi sono trovata a riflettere su quanto la fede al dito che si intravede in qualche breve fotogramma, lo renda ancora più affascinante e sexy, sempre se possibile. Così ho chiesto un parere alla mia collega Mery e lei semplicemente ha colto il segno: “É innamorato, ha una luce diversa e la si vede. È ancora più bello!”. E forse è vero. Le persone innamorate sono luminose, hanno un’aura di positività, hanno la bellezza negli occhi e nel cuore. E gli uomini ancora di più. Perché smettiamola di dire che i maschietti non sono capaci sentimenti veri e profondi e che solo noi donne riusciamo ad amare davvero. Secondo me, non esiste nulla di più falso. Siamo talmente abituate ad associare la figura maschile al farfallone o al vitellone, sempre…
Un amore così grande
Settant’anni. Quante cose si possono fare in questo lasso di tempo? È un periodo corto se si rapporta all’età dei pini secolari, alla vita delle tartarughe, all’esodo del popolo di Dio dall’Egitto, ma è un periodo lunghissimo se lo si riferisce all’amore. Oggi che tutto è così effimero, che ci si lascia senza un motivo o per noia, che si divorzia con la facilità con cui si aprono i pacchetti delle patatine, trovare due persone che si amano davvero, e lo fanno per settant’anni, è un avvenimento degno di notizia e di un applauso da parte di tutti noi. Anna e Giuseppe si conoscono e si amano da 72 anni e sono sposati da 71. Un amore infinito che ha saputo oltrepassare dolori, dispiaceri e difficoltà e godere della gioia e delle cose belle del viversi quotidianamente. A 91 anni si amano ancora come il primo giorno, e “Anche molto di più”, tengono a precisare. Entrambi di Africo Nuovo, in…
Fianco a fianco, anche sul lavoro
Lavorare insieme fa bene al matrimonio? Condividere la scrivania oltre al letto è deleterio per la coppia oppure non può che rafforzarla? Stavo leggendo un pezzo su Wired.it, scritto dal mio collega Simone, sulle otto regole per far sì che il lavoro in coppia non rovini il rapporto d’amore e mi sono posta queste domande non tanto per mia riflessione personale, quanto più perché è una situazione che mi interessa da vicino. Insieme a Teo, infatti, sto lavorando a un progetto che non solo potrebbe vederci lavorare a stretto contatto giorno per giorno, ma che anche prevedrebbe lui come mio capo. Follia? Rischio? Spesso ho sentito dirmi che portarsi il lavoro a casa o la casa al lavoro è roba da pazzi perché si rischia di mischiare i problemi della vita privata a quelli lavorativi e così non staccare mai dalle due sfere, creando una bomba pronta ad esplodere. Raccontando i nostri progetti lavorativi a una coppia di conoscenti che…
Vittoria!
Avete mai sentito nei film quella frase ad effetto, tipo “Sono rinata dopo aver conosciuto lui” o “Non ho mai vissuto finché non ho incontrato te” o ancora “Non mi ricordo nemmeno com’era la mia vita prima di lui”? Ecco. I più cinici avranno pensato: “Frasi da film, che cazzata!”, i più romantici (o semplicemente innamorati): “Dio, com’è vero!”. Ecco, io appartengo a quest’ultima categoria. Non mi ricordo più com’era la vita prima di aver conosciuto lui, com’era uscire la sera, mangiare la pasta, respirare… Niente. Mentre di questi ultimi dodici anni ricordo tutto, o quasi. Ogni singolo istante: di quando lo vidi per la prima volta, com’era vestito, di com’è avvenuto il primo bacio, la nostra prima volta, il primo viaggio, la nostra prima vera litigata… Tutto. E forse è per questo che l’altro giorno mi ha assalito il panico, a un certo punto mi è mancato il respiro e le gambe si sono messe a tremare: al tiggì…
Dalla parte giusta del letto
Siamo tornati. Dalla nostra mini vacanzina, intendo. Ci siamo portati dietro i nostri sorrisi, le nostre foto, i nostri abbracci, i nostri baci, i nostri pranzi e cene preparate con quello che c’era nel frigo, la presenza rassicurante dell’altro nel corso della giornata, le nostre discussioni, i nostri mano nella mano. Siamo tornati da solo un giorno e già spuntano fuori i problemi. Non che là non ne abbiamo avuti, di problemi. Anzi. Ma essere insieme vuol dire averli risolti già per metà. Oggi sono qui, sola, con la testa che gira, dovrei scrivere ma non riesco, avrei bisogno di lui vicino per sentire che tutto potrebbe andare già meglio per il fatto che lui è lì di fianco a me. Solo l’altro ieri abbiamo avuto una discussione pesante, quelle in cui senti di aver sbagliato, quelle in cui ti senti una merda perché sai che in parte lui ha ragione, quelle in cui lui per un attimo non ti…