“Ma noi riusciremo mai a sposarci un giorno?”, “Sì certo, stiamo lavorottando per questo”. Attimo di silenzio. “E come ti immagini che saremo noi? Come vuoi che diventiamo?”, mi rimbecca lui. “Mah, voglio che diventiamo una di quelle coppie… un po’ così”. E nel pronunciarlo, socchiusi gli occhi, strinsi le labbra a mo’ di topolino e mossi le mani nell’aria a disegnare dei piccoli cerchi. Cosa volevo dire non so, un po’ così potrebbe essere tutto e niente. Così felici, così serene, così belle, così innamorate? “Cos’è il così, cosa significa?”, mi chiese lui. “Non lo so”. Appunto.
Una coppia senza definizione, non imbrigliabile in nessuna categoria, forse. Una coppia capace di litigare per tutta la sera, continuare per buona parte della notte, addormentarsi, poi cercarsi nel buio perché senza l’amore non c’è pace. Una coppia capace di prendersi ognuno i suoi spazi, ma che non fa un passo senza che l’altro dia il sostegno necessario per compierlo. Una coppia che ama fare la spesa insieme, e si ferma allo stesso istante, inchiodando, davanti al chiosco dei giornali, perché come profumano di buono gli albi dei fumetti e le riviste non c’è nient’altro. Una coppia che ride, e tanto, di tutto: di lei che ama mangiare, di lui che si rotola nell’erba con Buzz, di Buzz che ruba il cibo, di lei che ruba il cibo con Buzz quando lui non li vede. E ridono di se stessi, e di loro, insieme. Una coppia capace di mandarsi a cagare, in maniera diretta e sincera, senza giri di parole, capace di capirne il perché, però, e da lì ripartire insieme per migliorare. Una coppia che si manca, non solo in assenza dell’altro, ma anche in presenza, perché vorrebbero che quei momenti insieme durassero tanto di più ma sanno che il tempo a loro disposizione insieme è destinato a finire, fino a quando non si rivedranno di nuovo. Una coppia che nulla più la spaventa, perché hanno già affrontato tutto: la precarietà della salute, la precarietà del lavoro, la precarietà dell’amore; manca il mutuo da affrontare, ma cosa volete che sia davanti a tutto il resto? Una coppia che sogna le stesse cose: una casupola, un cagnolino scodinzolante, tanti bimbi, qualche capretta e una paperella, se possibile. Una coppia che si dice “Ti amo” solo quando se lo sente, e fa nulla se questo capita ogni mezz’ora o ogni quattro ore; se lo dice con il cuore, e questo conta. Una coppia dove ognuno esiste da sé, ma non vive senza l’altro.
“E come ti immagini che saremo noi? Come vuoi che diventiamo?”. “Mah, voglio che diventiamo una di quelle coppie… un po’ così”. “Cos’è il così, cosa significa?”. Significa noi, semplicemente noi… così.
L’importante è avere le idee chiare 🙂