Quest’azalea era per Teo, è lui il testimonial di Airc. Io non sono malata di tumore. Io non sono un cazzo di nessuno. Però. Io sono quella che gli è stata accanto ogni singolo giorno di questi quasi 14 anni di calvario. Io sono quella che a ogni attesa dell’esito della tac mangia ansia e lacrime. Io sono quella che ha dormito per terra in ospedale. Io sono quella che l’ha aspettato fuori in sala d’attesa a ogni operazione. Io sono quella che la notte a ogni attacco di tosse violenta gli massaggia il cuore per calmarlo. Io sono quella che a ogni colpo di tosse corre a vedere come sta. Io sono quella in quarantena autoimposta da quasi tre mesi per evitare che ogni pericolo gli si avvicini. Io sono quella che ha messo in standby la possibilità di diventare madre, in attesa di condizioni migliori. Io sono quella che piange sotto la doccia per non farsi sentire. Io…
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Bentornata, Shibuya!
Shibuya è tornata a casa. Esattamente dopo 4 mesi e 8 giorni. Dopo quel brutto incidente, quasi un mese in clinica, 2 interventi, molte medicine, tanta paura. Nara invece è sempre stata a casa, se in attesa della sorella non saprei dire, anche se nelle ultime due fughe fatte è sempre scappata là, dove aveva visto per l’ultima volta Shibuya. Ho provato a immaginare come sarebbe stato il ritorno a casa: ci avrebbe riconosciuti, avrebbe riconosciuto casa sua, ma soprattutto avrebbe riconosciuto Nara? Ebbene, la risposta è stata sì a tutte e tre le domande. Non solo ci è corsa incontro con entusiasmo, ma ha riconosciuto subito anche il suo giardino. E sua sorella. Alla quale ci è voluto un po’ di più per sciogliersi, per accogliere quella sorella che forse aspettava da sempre, ma che è stata sconosciuta per un po’. Dopo mezz’ora è stato come se il tempo non fosse mai passato, come se quell’incidente non fosse mai…
Fare della prigione un paradiso
Ogni giorno è identico all’altro. Sveglia, colazione, pc, pranzo, pc, cena, divano, letto. E si ricomincia daccapo. Eppure sto amando tutto, tutto. Le nostre sveglie posticipate, i nostri pranzi cucinati insieme, i nostri pisolini nel prato con Nara che ci saltella intorno, le nostre cene indovinando le età di sconosciuti, le nostre serate a divorare serie tv – ma quanto ci è piaciuta “La casa di carta”, eh quanto? -, le nostre chiacchiere nel letto. “Quando ricomincerà tutto, sarò felice per te perché potrai uscire di nuovo e andare agli allenamenti e fare la tua vita di prima – mi ha detto serio Teo oggi – Ma mi dispiacerà perché amo averti con me nella mia vita. Per me questa quarantena é stato un upgrade. Son proprio felice con te, tanto”. È proprio vero che avere accanto la persona giusta nei momenti sbagliati può farti sembrare il paradiso anche la più terribile delle prigionie. [Now playing: Depeche Mode – “Home”]…
Tutti sotto un tetto
Questa è la torta che mi ha portato la mia mamma, fatta da mia sorella. Era tra la spesa che le ho chiesto di fare per me, io che non posso muovermi di casa per nessun motivo. Mi ha lasciato anche una porzione del mio piatto preferito, il carpaccio di melanzane. Ieri sera l’ho vista per l’ultima volta, e chissà quando la potrò rivedere. Non sono una mammona, ma avere accanto la mamma in un momento del genere sarebbe di conforto. Sono rientrata in casa e sono scoppiata a piangere. Quanto vorrei la mia famiglia, ora tutta qui sotto lo stesso tetto. I miei genitori, ma anche i miei suoceri, e mia sorella. Come facevano una volta i nostri vecchi: abitavano tutti nella stessa casa, non c’era privacy, ma c’erano le fiabe, le chiacchiere, un piatto di zuppa calda tutti insieme a tavola, un abbraccio quando si era giù, i giochi giù in giardino. La nostra società del benessere ha…
Finalmente sarò intera
Mi manca andare a fare la spesa nel mio supermercato preferito, perdendomi tra le corsie e i miei pensieri. Mi manca il mio papà, non lo vedo da quasi un mese. Così come mia mamma e mia sorella, anche se le ho potute salutare da lontano una settimana fa. Ho una paura fottuta che possa succedere loro qualcosa, perché non potrei prendermi cura di loro. Ma non ci penso, se no non vivo. Mi manca la cena a casa dei miei il martedì sera a base di bresaola e insalata. Mi mancano gli allenamenti, le mie compagne di squadra. Mi mancano i miei alunni, le nostre lezioni a base di fiabe e giornalismo. Mi manca la domenica mattina, con la messa e l’aperitivo con gli amici. Mi manca Milano, le colazioni e i pranzi con le colleghe-amiche, gli appuntamenti di lavoro, gli eventi, le conferenze, i corsi, gli aperitivi, le mostre. Mi manca uscire quelle rare volte con Matteo, i…
Se ci sono limiti non è amore
“A vedere come vanno le coppie oggigiorno, la velocità con cui si tradiscono, si mollano, si stufano, son felice di essere single”, mi ha confessato una mia amica ieri sera. Io invece son felice di essere in coppia, ma felice da impazzire. Metà della mia vita l’ho passata con quest’uomo, che ha trasformato in realtà ciò che ero in potenza. Senza essere mai un limite, ma un volano della mia energia, della mia fantasia, dei miei sogni. Se volevo rischiare, mi spingeva a farlo; se volevo cambiare, mi spronava; e lo fa ancora oggi. Sono giorni questi di grandi turbamenti: qualcosa potrebbe cambiare nella mia vita, e la novità, si sa, scombussola, soprattutto in una normalità conquistata a fatica. Ebbene, non ho mai sentito Teo mettermi di fronte ai nostri, ai miei limiti: “Sei brava, sogna in grande, ce la farai. Io ti aiuterò a scegliere ciò che ti valorizza. Insieme costruiremo il nostro futuro”. Ci sono giorni in cui…
Io non ho figli. Ma ho due cani
Io non ho figli. Dicono che l’amore per i figli sia ineguagliabile, insuperabile, incommensurabile. Invincibile. Ma ho due cani. E quando venerdì sono spariti, mi sono sentita morire. E quando ci siamo messi alla loro ricerca, ero un misto di speranza e disperazione. E quando ho visto Shibu stesa a terra in mezzo alla strada, mi è mancata la terra sotto i piedi. E quando l’abbiamo portata dal veterinario, ho pregato per lei. E quando ho ritrovato Nara e l’ho stretta al cuore, mi sono messa a piangere di un pianto liberatorio. E quando mi mandano i video di Shibu dalla clinica, mi commuovo di gioia. E quando Nara esce in giardino e non rientra in casa subito, ne vado in cerca perché ho paura che non ci sia più. E quando oggi Nara è voluta salirmi in braccio, e si è abbandonata tra le mie braccia per fare la nanna, io non mi muovevo né respiravo per non svegliarla.…
Le cose che contano davvero
Si può essere tristi per una cosa bella? A me è capitato oggi. Dopo l’ennesima visita in cui Teo deve fare l’ennesimo controllo, anche se per un nonnulla, sono crollata. L’altro giorno ho ritirato le mie analisi del sangue: valori tutti perfetti. Ma non sono riuscita a gioirne. E non capivo il motivo. Oggi la rivelazione: come si può essere felici quando chi ami non sta bene? È come sentirsi in colpa per una colpa che non si ha. Oggi a pranzo tra le lacrime ho esclamato di getto: “Vuoi un po’ della mia salute?”. E Teo: “Sì”. E gliela darei davvero, se potessi, perché sarebbe per lui il regalo più prezioso. Abbiate cura di voi stessi e della vostra felicità: senza retorica, la salute è davvero tutto ciò che conta. Perché se state bene riuscite a godervi anche le più piccole cose, come un pomeriggio di sole in un prato con due monelle pelose e Bambi.…
Il nostro Paese delle Meraviglie
Non è stata una settimana da ridere, anzi. Eppure non ho mai visto Teo ridere così tanto. Un sorriso che gli attraversava il volto, da orecchio a orecchio. Un sorriso pieno, di cuore, con gli occhi. Un sorriso che mancava da troppo tempo. Da tanto, le persone ci chiedevano: “Allora, a quando un altro cane?”. Non siamo tipi da programmare le cose, la vita non ce lo consente più. Così metterci lì a tavolino e recarci a un canile non era cosa per noi. “Quando sarà il momento, succederà”. È successo adesso. E io mi dico che non è un caso. Era il momento giusto. Papà è tornato a sorridere, nonostante tutto. Il Cappellaio Matto sosteneva che per trovare il Paese delle Meraviglie bisogna circondarsi di persone che ci facciano sorridere il cuore. Il Paese delle Meraviglie è la nostra meta finale: qualcosa mi dice che il cammino con voi sarà molto più semplice.…
Un cuore a quattro piazze
“Quando ci siamo messi insieme, sapevo già che saresti stata per sempre”. “Io non voglio semplicemente curarmi, io voglio guarire”. Teo non è mai stato uomo da mezze misure, o tutto o niente. Quando lui fa una cosa, decide una cosa, sceglie una cosa, punta sempre al massimo. All in, direbbero a poker. Lui scommette tutto, mette in gioco tutte le sue speranze e le sue aspettative, ma non resta ad aspettare, no. Fa in modo che le cose succedano. E poi vadano bene. E quasi sempre vanno come dice lui. È una sorta di lucida follia, dove tutto sembra in balia del caso, ma no, tutto è calcolato. Sebbene poi deciso, cogliendo l’attimo. Così è stato l’altro giorno. Siamo partiti per un weekend di lavoro, siamo tornati con il cuore allargato. “Me le dia tutte e due. O due o niente”. E così, ecco che la nostra famiglia è diventato un cuore a quattro piazze: con noi ora ci…