Quest’azalea era per Teo, è lui il testimonial di Airc. Io non sono malata di tumore. Io non sono un cazzo di nessuno. Però.
Io sono quella che gli è stata accanto ogni singolo giorno di questi quasi 14 anni di calvario.
Io sono quella che a ogni attesa dell’esito della tac mangia ansia e lacrime.
Io sono quella che ha dormito per terra in ospedale.
Io sono quella che l’ha aspettato fuori in sala d’attesa a ogni operazione.
Io sono quella che la notte a ogni attacco di tosse violenta gli massaggia il cuore per calmarlo.
Io sono quella che a ogni colpo di tosse corre a vedere come sta.
Io sono quella in quarantena autoimposta da quasi tre mesi per evitare che ogni pericolo gli si avvicini.
Io sono quella che ha messo in standby la possibilità di diventare madre, in attesa di condizioni migliori.
Io sono quella che piange sotto la doccia per non farsi sentire.
Io sono quella che quando lo vede giù si preoccupa di fargli tornare il sorriso.
Io sono quella che porta i carichi pesanti in famiglia perché lui non ce la fa.
Io sono quella che ha imparato a danzare sotto la pioggia perché questo temporale non passerà molto presto.
Perciò questa azalea la sento anche un po’ mia.
In questi giorni difficili in tanti mi hanno chiesto: “Cosa posso fare per voi?”. Ecco cosa: comprate quest’azalea per le vostri madri, o per voi. O per noi.
Io sono quella che sta accanto adesso. Ma la vita è beffarda e nessuno è al sicuro nella torre d’avorio. Sosteniamo la ricerca: regalateci la possibilità di continuare a sperare in un futuro.
Insieme.
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