Inizio settembre. Meno 26.
“Amore, gli esami sono andati bene”.
“Davvero? Benissimo! E allora perché questa voce un po’ triste?”.
“Sai, com’è… Si è sempre un po’ tesi, finché non è finita, no?!”.
“E allora, sai che c’è? La faccio io la voce felice, anche per te!”.
Metà settembre. Meno 14.
“Amore, anche questi esami sono andati bene”.
“Grandissimo!!! Come sono felice!!! E tu, sei felice?”.
“Sì, anch’io”.
“E questa voce un po’ sommessa, cos’è?”.
“Dai, lo sai che non è finita”.
“Lo so, lo so, ma il peggio è passato, no?”.
“Sì, forse. Ma io ancora non ce la faccio”.
“E allora ci penso io a esplodere di gioia per due”.
Fine settembre. Meno 2.
“Ciao Francesca, è andato tutto bene. Adesso si sta riprendendo dall’anestesia”.
“Davvero?! Grazie signora di avermi avvisato”.
La sera.
“Ciao amore, come stai?”.
“Bene bene”.
“Allora tutto bene?”.
“Sì, sono andati bene. Meno male”.
“Oh, che bella voce felice!”.
“Sì, adesso sì”.
“Ora ci rimettiamo in pista: sei pronto? Il tagliando è andato bene”.
“Sono prontissimo”.
“E io sono lì, di fianco a te”.
“Lo so”.
“Grazie grazie grazie!”.
“E di cosa?”.
“Del più bel regalo che mi potessi fare”.
“Grazie a te di esserci”.
“E dove dovrei stare?”.
“Ti amo”.
“Anch’io”.
Ci sono persone che per il compleanno stilano liste di regali, altre che vogliono essere rapite per il weekend, altre che commissionano la borsa all’ultimo grido, altri che desiderano tornare dalla trasferta di lavoro per stare con i propri figli. Io non desideravo altro che queste telefonate. Ho passato un mese di tensioni nascoste dietro ai sorrisi, ho avuto pensieri strani, ho sperato e pianto di nascosto. Perché a volte è difficile essere forti per se stessi e per chi si ama. Ma non ho mai smesso di guardare al cielo, e di sperare, e di parlare, e di pregare. In macchina, camminando, davanti al computer, in chiesa. Ovunque.
È strano come quando la vita ti colpisce alle spalle, togliendoti alcune certezze che per altri sono scontate, la scala di priorità si modifichi. Smetti di chiedere per te e inizi a farlo per chi ami, perché la tua felicità è completa, solo se nella tua vita c’è anche lui. Ho smesso da un pezzo di chiedere cose per me, oggi chiedo per chi mi sta vicino: la mia famiglia, i miei amici, lui. Perché se non ci fossero loro, che senso avrebbe stare qui? Ma sono felice, di una felicità vera, che riempie. E non mi serve altro. Nessun regalo, nessun pacchetto, solo la loro presenza, qui accanto a me.
Ho solo un sogno: poter invecchiare con lui. E compiere un altro anno della mia vita avendo la certezza che potrò farlo, è il regalo più bello che mi potesse fare.
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