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marzo 28, 2014

Le canzoni che mi fanno piangere

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Ognuno di noi ha momenti difficili, in cui non sa come andare avanti, che senso dare a quello che ci sta succedendo. Provate a pensarci: in quei momenti chi c’era a farvi compagnia, a farvi sfogare, a darvi le risposte che cercavate o semplicemente vi aiutava a non pensare? Con me c’era una canzone. La musica spesso ha risolto tutto per me: mi ha aiutato a fare chiarezza, a saltare sul letto in preda a un raptus, a tirare i pugni giusti contro il vento, a urlare, a piangere, a esorcizzare le mie paure. E a fissare gli attimi: belli o brutti che siano, rimarranno sempre con me, per sempre miei e di nessun altro.

Per questo, ho raccolto la sfida lanciata da Luca Bianchini di Vanity Fair (che peraltro saluto e abbraccio da qui: sono la Francesca della presentazione alla Ubik di Busto Arsizio, ricordi? Perché io di te mi ricordo benissimo!) di scrivere quali sono le canzoni del cuore, quelle che fanno commuovere fino alle lacrime. Io ne ho parecchie, la musica è tutta la mia vita, ma cercherò di scegliere le più significative. Pezzetti della mia vita che voglio condividere con voi: a qualcuno non fregherà di meno, altri invece scopriranno nuove canzoni, altri ancora continueranno questa catena, condividendo a loro volta… Potere della musica, che non smetterò mai di ringraziare. Per avermi salvato in momenti bui, per avermi aiutato ad andare avanti, per avere trovato le parole giuste in momenti sbagliati, per esserci sempre, per avermi salvato la vita.

Mi sono innamorato di te – Luigi Tenco: Mi ricorda i miei nonni, in particolare quello che non ho mai conosciuto. Come faccio a ricordare qualcuno che non ho mai visto, direte voi? Attraverso le parole di mia nonna e di mia mamma e dei loro racconti su di lui. Ogni volta che la sento penso a lui e a come avrebbe potuto essere la nostra storia insieme. E poi ha un testo così bello e così intenso… Poesia d’altri tempi.

Io che amo solo te – Sergio Endrigo: Mi ricorda quegli amori di una volta: unici, esclusivi, infiniti. Come quello dei miei nonni. Poveri materialmente, ma ricchi d’amore l’uno per l’altro. Quello che conta, alla fine.

Bitter sweet symphony – The Verve: La considero un capolavoro, ma non la adoro solo per la sinfonia di archi e le parole. Anche qui mi lascia un ricordo nitido: io davanti alla maestosità delle montagne in Val d’Aosta, con i miei zii. C’eri ancora anche tu, zia Antonella. E questa canzone mi ricorda te, sempre. Per sempre.

Street lights – Kanye West: Precisiamo una cosa: adoro Grey’s Anatomy, come la maggior parte del pubblico femminile in ascolto. E non finirò mai di ringraziare le mie amiche Gughi e Lau per avermi consigliato di guardarlo e per aver ricominciato a vederlo dalla prima puntata della prima stagione solo per farmi compagnia. Questa canzone compare nella scena in cui Owen bacia Christina nel condotto dell’aerazione, non ricordo in quale stagione, la quarta o la quinta forse. Ma non è per quello che mi fa piangere: in quel periodo ero parecchio vulnerabile, troppi pensieri per la testa e questa canzone mi aiutava a venirne fuori. Ancora oggi è così. Quindi, grazie.

Qualcosa che non c’è – Elisa: Di Elisa adoro ogni singola canzone, o quasi. Ha il potere di emozionarmi come pochissimi altri, la trovo davvero una musicista e autrice splendida. Questa canzone in particolare mi ricorda di non mollare mai, di andare avanti per la mia strada, di inseguire i miei sogni, anche se a volte è molto dura. Ma “il segreto è fare tutto come se vedessi solo il sole”, una lezione che ho imparato molto bene e che non dimenticherò mai.

Cornflake girl – Tori Amos: Ero molto piccola quando la sentii per la prima volta, ma mi folgorò: era uno stile molto diversa dalle canzoni cui ero abituata e quella voce aveva un’intensità particolare. Mi è rimasta nel cuore fino ad oggi, che quando la risento è sempre come la prima volta.

E fuori è buio – Tiziano Ferro: Lui non mi piace particolarmente, ma devo riconoscergli un talento nello scrivere i testi e le musiche. Questa poi parla di un amore finito e mi fa sempre venire i brividi, pensando se questa cosa potesse succedere a me… Ne morirei.

La costruzione di un amore – Ivano Fossati: Uno dei cantautori più ispirati dell’ultimo periodo. Il testo parla di quanti sacrifici e quante lacrime e quanta fatica richieda costruire un amore e di come occorra sapere lavorare insieme per poter tirar su un tetto ideale sotto cui ripararsi e cercare rifugio. La fatica sta nello scegliersi, e poi nel capire se si è fatti per stare insieme tutta la vita. E per capirlo, bisogna affrontare le intemperie. Chi scappa per primo, ha perso. Soprattutto un’occasione per misurarsi con i propri limiti.

La cura – Franco Battiato: Io la intendo come una preghiera e la recito sempre quando penso a lui, sperando che vada tutto bene, per la sua salute e per la nostra storia. Una delle canzoni più belle mai scritte, mi commuove sempre. E non posso trattenere le lacrime.

To build a home – The Cinematic Orchestra: Ricordo perfettamente la prima volta che la sentii: era la pubblicità della Freddy, un po’ di anni fa. Ma la trovai subito perfetta, intensa, bellissima. Poi riascoltandola più volte, ne ho capito il senso: “Voglio costruire una casa, per te, per me”. E dove siamo davvero a casa, se non tra le braccia di chi amiamo?

Strade – Subsonica: Ho perso il mio migliore amico a causa di un incidente stradale. E al penultimo concerto della band torinese, sotto un cielo che piangeva, gliel’ho dedicata. Questa canzone è per te, Franco: “Forse sta a pochi metri da me, quello che cerco e vorrei trovare la forza di fermarmi perché sto già scappando, mentre non riesco a stringere più a fondo e ora che sto correndo, vorrei che fossi con me, che fossi qui”.

Hedonism – Skunk Anansie: Da sempre una delle mie preferite della band inglese, al loro ultimo concerto mi ha proprio preso il cuore, ero in lacrime, mentre la cantavo con tutta l’intensità che potevo.

Colorblind – Counting Crows: Fa parte della colonna sonora di uno dei miei film preferiti di sempre, “Cruel intentions”. Mi ricordo che capii di amarla sulle scale mobili della metro di Vienna, quando per un attimo immaginai di trovarmi in cima ad aspettarmi lui, l’amore della mia vita, con cui stavo da poco. Come capitò ad Annette con Sebastian nel film.

Grace – Jeff Buckley: Lui è uno dei miei più grandi rimpianti. Se ne andò che ero troppo piccola per poter andare a un suo concerto. Questa rimane per me una delle più intense canzoni mai scritte, la sua voce così straziante, quasi profetica… Piansi la prima volta che la sentii, e piango ancora adesso ogni volta che la sento.

Parlo con te – Giorgia: Non potevo non inserirla, e non potevo non scegliere questa canzone. Si dice sia dedicata ad Alex Baroni, grande amore della cantante romana, scomparso dopo un incidente in moto. Ogni volta che la sento un brivido al solo pensare se una cosa del genere capitasse a me…

Costruire – Niccolò Fabi: E dulcis in fundo, lui, uno dei cantautori più bravi sulla scena italiana degli ultimi quindici anni. Una canzone da assaporare in silenzio, nella profondità della propria anima, per poi chiuderla a doppia chiave nel cuore. Più che una canzone, un’esperienza. Da centellinare, come le cose davvero belle.

E voi, quali sono le canzoni di cui non potete fare a meno, quelle che vi fanno commuovere fino alle lacrime?

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by Francesca Favotto | 8 comments
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8 Comments

  1. Teo says:

    Truly madly deeply?!

    11 anni ago · Rispondi
    1. Francesca Favotto says:

      E’ una canzone che ho nel cuore, ma non mi fa piangere… 😉

      11 anni ago · Rispondi
  2. Kelly says:

    Per il primo amore immensamente di tozzi. Baglioni .mille giorni di te di me .nek con abbracciami …
    Se io se lei . Antonacci La pausini angeli nel blu
    E tante lacrime per liberi tiromancino …. le mie storie d amore sofferte

    11 anni ago · Rispondi
    1. Francesca Favotto says:

      Che belle canzoni!
      Un abbraccio

      11 anni ago · Rispondi
  3. Rossella says:

    Ci sono canzoni che anche quando non mi emozionano mi fanno riflettere. Proprio ieri sera ho ascoltato il brano cantautore che stimo tantissimo e mi è sembrato d’individuare una sorta di provocazione che durante il giorno ho fatto mia. Si tratta di “Un trenino nel petto” , non è esattamente la stessa cosa di “Fiore di maggio” –per ovvi motivi- il punto di vista è decisamente autoreferenziale. Non saprei che dire? Mi ha anestetizzato il cuore!
    Ti saluto

    11 anni ago · Rispondi
    1. Francesca Favotto says:

      Certe canzoni sono così, hanno il potere di colpirti dritto al cuore! Cosa faremmo senza musica? Non ci voglio nemmeno pensare!
      Un abbraccio

      11 anni ago · Rispondi
  4. ziol says:

    Visto il remix di Fargetta del singolo (per beneficienza) di Tiziano Motti? http://youtu.be/GirOcEhfezs

    11 anni ago · Rispondi
    1. Francesca Favotto says:

      Ora ce lo gustiamo, grazie! 😉

      11 anni ago · Rispondi

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Chi sono

"...Non è Francesca", recita la canzone di Battisti. E invece sì, son proprio io.
Nasco a metà degli anni Ottanta, la settimana in cui i Dire Straits dominavano le classifiche mondiali con il loro successo ‘Money for nothing’, sotto il segno della Bilancia, ascendente Leone. Determinata e tenace, innamorata della vita e del bello, appassionata di musica fino al midollo (grazie ai Dire Straits nel mio trigono), sin da piccola preferisco i temi di italiano alle equazioni di algebra, inclinazione che mi porta a intraprendere studi a carattere umanistico. Linguista per necessità, ma giornalista per passione, ben presto scopro quant’è bello e divertente girare come una trottola in cerca di notizie. La serie tv ‘Sex and the city’ dà il colpo di grazia al mio destino: la vita di Carrie Bradshaw è troppo bella per non provare a realizzarla!

Un’insana passione per lo shopping unita alla curiosità per il fashion biz mi aiutano quindi a ‘masterizzarmi’ in Giornalismo di Moda, titolo che mi apre la strada in un settore pieno di sogni e di amore: quello del matrimonio! Fidanzata da quindici anni, cerco di apprendere più nozioni possibili sull’argomento, applicandole nella vita a due. A un rimpianto preferisco un rimorso, a un muso lungo un sorriso, al bicchiere mezzo vuoto sempre quello mezzo pieno, a una vita senza sogni per paura di non riuscire ad avverarli, ne preferisco una piena di cicatrici e sudore nel tentativo di esaudirli. Sognavo la vita di Carrie… e intanto non mi accorgevo che la mia è pure meglio.

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