Inerzia: torpore, indolenza, pigrizia; perseverare in uno stato senza far nulla per cambiarlo. Lo assocereste mai alla parola amore? Verrebbe da rispondere subito di no, ma vi assicuro che l’amore inerte esiste. E a questo punto non so nemmeno più se sia amore. Sapete quando si sta insieme per farsi compagnia, perché non si ha niente di meglio da fare, perché altrimenti da sola che faccio, perché se no chi mi si piglia, perché voglio assolutamente qualcuno che mi sposi, non importa se l’amo o no, perché ormai chi altro dovrei cercare? Ecco, trattasi di amore inerte. Non si ha la forza di cambiare, o all’interno del rapporto o il compagno, non si vuole scegliere la felicità. Perché farlo costa fatica: lo sforzo di essere migliori, di impegnarsi per cambiare, di scegliersi ogni giorno.
Ché non è tanto l’abitudine a spaventare, anzi io sono per la routine, la comoda sana routine che fa apparire ogni cosa più confortevole: il divano la domenica pomeriggio, il film il sabato sera, la partita di pallavolo il venerdì sera… Non è tanto quello, ve lo dice una che dopo 11 anni di militanza tra le fila delle fidanzate, casini vari ed eventuali nella coppia e fuori e una vita turbolenta, vede come una benedizione il sapere che domani sera saremo solo io, lui, Buzz e la tv. Il problema sta nello sceglierla, quest’abitudine, nell’amarla: se le piccole cose quotidiane vi mettono di buonumore e non vi fanno pentire di aver trovato il vostro compagno quel giorno d’agosto sulla vostra strada, allora vuol dire che amate la vostra vita, amate lui, amate ogni singolo istante insieme, che siate sulle montagne russe oppure a casa davanti a una soporifera puntata di “Porta a porta”. Se invece vi sentite soffocare ogni volta che dovete tornare a casa, ogni volta che vi propone la solita pizza il sabato sera, ogni volta che dovete vedere i suoi amici, allora c’è qualcosa che non va. E non c’entra nemmeno con la passione degli inizi, quella che vi fa vedere tutto con occhi nuovi, eccitati, innamorati, perché se il vostro lui l’amate davvero, allora non c’è tempo che tenga, non ci sono problemi abbastanza grossi, non si sente il bisogno di cose nuove ogni giorno, perché la vera novità siete voi due insieme, che vi reinventate, giorno dopo giorno.
Che forse il problema principale è proprio questo: spesso ci dimentichiamo che nessuno ci obbliga a stare insieme a una persona, ma è tutto una questione di scelta. Non siamo obbligate a condividere la nostra vita con qualcuno se questo qualcuno non ci calza a pennello; non dobbiamo sacrificare il nostro tempo libero a sentir parlare uno che ci annoia a morte; non dobbiamo sposare uno che non amiamo. Solo per farsi compagnia, perché non si ha niente di meglio da fare, perché altrimenti da sola che faccio, perché se no chi mi si piglia, perché voglio assolutamente qualcuno che mi sposi, non importa se l’amo o no, perché ormai chi altro dovrei cercare.
Se invece quel qualcuno è il vostro qualcuno, la vostra persona, come diceva la dottoressa Christina Yang in “Grey’s Anatomy”, allora spendetevi perché la vostra storia funzioni, perché possiate essere il meglio ogni giorno l’uno per l’altro, perché l’abitudine non si trasformi in inerzia. L’altro dev’essere appoggio non ostacolo, gioia non angoscia, forza non impedimento, amore non indifferenza. E comunque, statene certe, non occorrono anni per capire se è quello giusto: basta la prima cena per darsela a gambe levate o rimanere. Nel secondo caso, però, mi spiace, ma nemmeno un miracolo vi farà sentire le farfalle nello stomaco pur restando a casa voi, lui, il cane e la tv. Questione di scelta. Non solo la prima volta, ma tutti i giorni.
La condizione del precario espone ad una serie di problemi. Concordo con te: e’ una questione di scelte! Nessun uomo si presenta davanti alla tua porta con anello e testimoni. Non siamo piu’ abituati all’ idea della scelta. Non ci dobbiamo accontentare anche nella vita sentimentale.
A 20 anni sei piu’ inconsapevole, alle soglie dei 30 non ti spaventa la prospettiva di rimanere singol. Hai deciso dove vivere e hai un ideale di vita che ti porta ad essere selettivo. Io ad esempio ogni anno mi scopro sempre piu’ attaccata a quei valori che durante l’adolescenza sentivo in maniera superficiale. Sono contenta di aver avuto questo margine di riflessione che mi ha fatto maturare e mi ha reso piu’ intransigente. I miei desideri sono quelli di sempre, desidero ancora il matrimonio e la maternita’, ma non sono disposta a barattare i miei valori per venire incontro alle esigenze di un uomo.