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luglio 3, 2015

È/non è

  • Faccio cose vedo gente...
È/non è

Se vi chiedessero cos’è il matrimonio, sapreste rispondere? È una domanda ostica, non banale, che richiede del tempo per rispondere. Per esempio, io che ne scrivo da tanti anni ormai, ma che ancora non lo sto vivendo sulla mia pelle, non saprei dare una risposta precisa. Se poi mi chiedessero addirittura cosa NON è, apriti cielo!, le cose si complicherebbero ancora di più. Il matrimonio è un giorno speciale, è una festa con chi ami, è una promessa eterna, è un contratto, è un impegno con l’altro? Tutto questo e forse niente. Non è un passo obbligato, non è necessario, non è accompagnarsi a chiunque per scongiurare il pericolo di rimanere soli? Anche, forse.

Lo spunto per ragionarci su è arrivato da questo articolo trovato sull’Huffington Post, scritto da Margaret Rutherford, in cui elenca dodici cose che il matrimonio è e 12 che non è, per celebrare i 24 anni di matrimonio festeggiati con suo marito. Così ho deciso di fare uno dei miei soliti sondaggi tra le mie amiche su Facebook, chiedendo cosa il matrimonio è e cosa non è, secondo loro. Le risposte sono spiazzatamente vere, nella loro semplicità. Eccole qui sotto.

Cos’è/non è, secondo me, invece? Una volta credevo che fosse un passo obbligato, che potesse ufficializzare la mia felicità, una festa da fare rispettando determinati canoni, seguendo precise regole, un passaggio che emancipava e che quindi si rendeva necessario per farne tanti altri, un modo per dire al mondo: “Ehi, noi stiamo facendo sul serio!”. Oggi? Oggi è desiderare la felicità e la salute dell’altro, perché ogni giorno insieme è un dono immenso, a prescindere che lo si passi da sposati o no, è capire che alla fine l’hai sposato quel giorno che ti innamorasti di lui, quasi 14 anni fa, che un po’ sei già sua moglie anche se non vivete ancora insieme, e che non importa se non ci sarà una festa secondo i canoni tradizionali, l’importante è che ci saremo noi due, innamorati come il primo giorno, ormai quasi tredici anni fa.

“Il matrimonio, la convivenza è vivere e cambiare tenendosi per mano. Tenersi non troppo stretti, per avere “gioco”, possibilità di movimento e trasformazione; non troppo mosci, perché è un darsi la mano attenti a dove si mettono i piedi, così da essere sempre pronti sorreggersi a vicenda; a volte, quando non ci si capisce, sfiorarsi solo con la punta delle dita, per esserci comunque, tangibilmente. Non è prevaricazione, non è opportunismo, non è solitudine. Vorrei non fosse mai darsi per scontati, ma non sono certa che a volte non ci si caschi”. – Nijmi

“Per me non è il giorno più bello che una persona possa vivere o perlomeno che io vivrò, perché è una bella festa, una bella giornata come ce ne possono essere tante altre. Per me il giorno più bello è stato quando ho capito di amarlo e di essere amata e che volevo passare la mia vita con lui; lì in quel momento, io l’ho sposato e lo sposo tutti i giorni: quando ridiamo, quando c’è una giornata no, quando mi fa arrabbiare e vorrei spiaccicargli la testa al muro, però pensando poi che non lo vorrei diverso da così, quando ci guardiamo e nonostante i problemi, sappiamo che andrà bene perché siamo insieme e non siamo soli! Uno dei giorni più belli della mia vita è stato quando finalmente ci siamo trasferiti e abbiamo cominciato la nostra vita insieme, condividendo il quotidiano: che emozione la nostra prima cena insieme da soli, svegliarsi insieme e addormentarsi insieme!”. – Valentina

“Cos’è (come l’ho vissuta io): una promessa importante che si ha la gioia di volersi fare reciprocamente, una grande festa per celebrare assieme a chi ti vuole bene la fortuna di essersi incontrati, un’occasione per riunire le persone che ami, un divertimento incredibile condiviso con mamma, sorelle e amiche a vagheggiare e industriarsi nell’organizzazione… È un’emozione travolgente, che non ti aspetti. Cosa non è? Una tappa obbligata, ognuno decide quali promesse farsi e come, se farsene o meno, cosa festeggiare e cosa no ed è giusto così”. – Susanna

“La giornata del matrimonio è una festa, che si può fare o meno, secondo le proprie idee, da festeggiare con le persone care e basta, anche se poi non sempre si fa così. Il matrimonio inteso invece come vita a due è amarsi, aiutarsi, ridere insieme di piccole/grandi cose, esserci quando l’altro ha bisogno, non soffocarsi a vicenda per nulla, nè per il lavoro, le idee, gli hobby, crescere insieme dei figli se si ha la fortuna di averli e se li si desidera, sopportare i difetti o le manie dell’altro, non gettare la spugna alla prima difficoltà (e neanche alla seconda e alla terza!), passare il tempo insieme, divertirsi secondo le età della vita. NON dev’essere una fuga da una situazione precedente, NON dev’essere per paura di rimanere soli, NON dev’essere prevaricazione di uno sull’altro, NON dev’essere abitudine, NON dev’essere solitudine, NON dev’essere violenza, fisica o psicologica da una parte verso l’altra, NON dev’essere “per forza”, riparatore o per fini che non siano l’amore, NON può essere vita a due triste e monotona”. – Alessandra

“È adattare le tue abitudini alle sue, cercando un continuo compromesso, è cedere metà del divano e rinunciare per sempre al monopolio del telecomando (non importa quanto prima tu riesca a impossessartene, stai pure certa che in men che non si dica lo troverai nelle sue mani… In questo, gli uomini, fanno vere magie!), è ricevere un bacio al mattino e uno prima di addormentarsi, è lavorare in ufficio pensando “ma stasera che preparo per cena?”, è fare la spesa ricordando di mettere nel carrello la birra che gli piace tanto. In definitiva è pensare per due, 24 ore al giorno (che è bello eh, ma anche tanto faticoso!). Cosa non è? NON è facile”. – Cristina

“La vita a due è pazienza pazienza pazienza: se non ne hai, imparerai per forza ad averne. È condividere rispettandosi. Non è egoismo, ma serenità!”. – Vanessa

“Il matrimonio non è una bella festa, non è cambiare l’altro per renderlo uguale a noi, non è fare ognuno la propria vita ma sotto lo stesso tetto. Il matrimonio è impegno e scelta, non di un solo giorno di gioia, ma la scelta che quotidianamente facciamo di amare la persona scelta e impegno perché le diverse vite di due persone si amalgamino per diventare un’unica vita di famiglia! È tuo marito che lava i piatti e cambia i pannolini e tua moglie che monta scaffali e fa il pieno alla macchina, è il contributo di entrambi per quello che ognuno può e sa fare, scoprendo che in fondo siamo capaci di cose che nemmeno potevamo immaginarci!”. – Serena

“Vivere insieme significa essere un team che funziona! NON è, o perlomeno, non dovrebbe essere, una forzatura. Stare insieme e vivere insieme significa essere un team che lavora per lo stesso scopo. NON dev’essere la negazione della propria individualità. Si vive insieme, ma non bisogna mai mettere se stessi e la propria essenza da parte”. – Valentina

“Dicono: ‘matrimonio tomba dell’amore’… Ma dove! Per me è rispettarsi a vicenda: dove non arriva una, arriva l’altro, e dove si può si fa in due, sempre nel reciproco rispetto, sempre vivendo con amore. Cosa non è? Non è essere succubi del proprio compagno, ma avere sempre i propri interessi senza farli pesare al proprio compagno”. – Sabrina

“Non esiste una ricetta valida per tutti e questa diversità di approccio è davvero arricchente, ognuno ha la sua ricetta, anche in base alle proprie esperienze e non potrebbe essere che così; noi non vediamo quasi mai le cose per come sono, ma per come siamo, per come siamo stati, per ciò che ci è mancato o ci ha arricchito. In un matrimonio dovremmo amare l’altro per quello che è, ma se ci si riuscisse allora i matrimoni sarebbero eterni e l’esperienza di molti contraddice questo presupposto, essendo davvero difficile non subire la tentazione di volerlo cambiare l’altro, senza minimamente voler cambiare invece un po’ se stessi o almeno metterci in discussione. Per molti le gioie del matrimonio sembrano svanire proprio nel momento stesso in cui ci si sposa e sembrano talvolta essere il primo passo verso il divorzio, come coronamento di un errore di valutazione, di compatibilità. Molti si sposano per avere il servizio fotografico (adesso addirittura con i droni e le telecamere subacque per immortalare il giorno e poter vivere sotto i riflettori per un po’, per poi ostentare con amici e parenti un matrimonio da favola rosa). Anche l’obbligo della fedeltà dovremmo sostituirlo con la scelta dell’essere fedeli all’altra e a noi stessi e come scelta di ogni nuovo giorno. I prerequisiti dovrebbero comunque essere la cultura del rispetto contro la cultura dello scarto per farne almeno un matrimonio dignitoso, tra persone responsabili, con un minimo di capacità di adattamento paziente ai reciproci difetti; se poi le intese matrimoniali nascono solo per passione si spengono ai primi contrasti. Forse dovremmo “consumarlo poco”, potrebbe essere un segreto di longevity, per prolungarne la validità, la sostenibilità e trarne lungamente gioia. Combattere l’abitudine (la routine toglie mistero) potrebbe essere un ulteriore ingrediente per non fare del matrimonio un martirimonio, una divina commedia alla rovescia, paradiso, purgatorio e inferno finale”. – Giovanni

“Pensavo di non avere voce in capitolo riguardo il matrimonio. Da ragazza pensavo che potesse essere paragonato a un cammino da fare insieme, mano nella mano, rispettando idee e spazi dell’altro, amarsi con dolcezza e passione, educare con amore i figli. Ma così non è stato. Il mio matrimonio è durato meno di dieci, faticosissimi anni. Posso dirti che alla soglia della vecchiaia credo di aver chiaro ciò che non è, per me, il matrimonio: abitudine, paura di rimanere soli, mancanza di rispetto, tiepido affetto. Ho sempre voluto che nel mio mondo i colori fossero netti, anche se le esperienze mi hanno reso più malleabile”. – Anita

Foto dal sito Wedding Thingz

 

amore coppia cos'è il matrimonio huffington post Matrimonio sondaggio
by Francesca Favotto | 3 comments
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3 Comments

  1. Rossella says:

    Il matrimonio t’insegna che il rispetto costa fatica ma che la fatica ci rende uomini e donne. La madre dello sposo potrebbe essere la classica goccia che fa traboccare il vaso. In molti casi – soprattutto quando la nuora è una donna molto appariscente- tenderà a storcere il naso. La fortuna della principessa Sissi sta nell’immagine che è passata sul suo rapporto con la suocera; suocera di poca fede ma di religioso attaccamento alla legge di natura Penso che ci sia tanto di politico in quel racconto… suo figlio né è uscito come un uomo nel vero senso della parola: ha sposato la donna che amava e non le ha reso la vita impossibile come fanno tutti quegli uomini che vivono il matrimonio come un tradimento alla famiglia. In questi casi il matrimonio non ha valore però ammettere la verità ti costa fatica. Sei in bilico tra la vita e la morte e solo sei hai una fede grande puoi rinunciare a lasciare il certo per l’incerto. Il matrimonio d’amore ti fa scoprire il piacere della casa… è impossibile non trovare la realizzazione in un mondo che ti è familiare.
    Buona domenica!

    10 anni ago · Rispondi
    1. Francesca Favotto says:

      Bello anche il tuo intervento, Rossella!
      Grazie infinite di partecipare sempre con i tuoi commenti, garbati e pieni di spunti di riflessione!
      Buona settimana, un abbraccio 🙂

      10 anni ago · Rispondi
      1. Rossella says:

        Sei sempre molto gentile, ti ringrazio e ricambio i saluti 😉

        10 anni ago · Rispondi

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Chi sono

"...Non è Francesca", recita la canzone di Battisti. E invece sì, son proprio io.
Nasco a metà degli anni Ottanta, la settimana in cui i Dire Straits dominavano le classifiche mondiali con il loro successo ‘Money for nothing’, sotto il segno della Bilancia, ascendente Leone. Determinata e tenace, innamorata della vita e del bello, appassionata di musica fino al midollo (grazie ai Dire Straits nel mio trigono), sin da piccola preferisco i temi di italiano alle equazioni di algebra, inclinazione che mi porta a intraprendere studi a carattere umanistico. Linguista per necessità, ma giornalista per passione, ben presto scopro quant’è bello e divertente girare come una trottola in cerca di notizie. La serie tv ‘Sex and the city’ dà il colpo di grazia al mio destino: la vita di Carrie Bradshaw è troppo bella per non provare a realizzarla!

Un’insana passione per lo shopping unita alla curiosità per il fashion biz mi aiutano quindi a ‘masterizzarmi’ in Giornalismo di Moda, titolo che mi apre la strada in un settore pieno di sogni e di amore: quello del matrimonio! Fidanzata da quindici anni, cerco di apprendere più nozioni possibili sull’argomento, applicandole nella vita a due. A un rimpianto preferisco un rimorso, a un muso lungo un sorriso, al bicchiere mezzo vuoto sempre quello mezzo pieno, a una vita senza sogni per paura di non riuscire ad avverarli, ne preferisco una piena di cicatrici e sudore nel tentativo di esaudirli. Sognavo la vita di Carrie… e intanto non mi accorgevo che la mia è pure meglio.

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