Capita. Capita soprattutto quando a maggio c’è un freddo e una pioggia che sembra novembre. Capita quando sei preoccupata per chi ti sta a fianco. Capita quando tutti i tuoi sogni o quelli per cui ti sei fatta un mazzo tanto nell’ultimo periodo sembrano vacillare, essere meno solidi. Capita quando qualcosa nella tua vita cambia, e così facendo, sembra andare a togliere un mattoncino nella fragile torre di Jenga che ti eri costruita. Che sì, starà su lo stesso, perché tu quel vuoto lo saprai andare a riempire comunque, ma adesso che paura che fa, quando sembra essere pericolante. Capita che saltino degli appuntamenti importanti e che questi non vengano rimpiazzati con dei nuovi. Capita che anche il tuo astrologo preferito ti confermi che è un periodaccio, in cui le cose non vanno come dovrebbero e tu sei sempre incazzata con tutto e tutti. E se lo dice lui, che ci azzecca sempre… Capita che anche con lui non ci sia intesa ultimamente: la discussione è all’ordine del giorno, lui è un po’ demoralizzato e tu non sai come fare per aiutarlo a uscire dall’impasse, sentendoti a tua volta in colpa per questo. Capita che in tutto questo marasma interiore, tu perda la voglia di lavorare, di andare avanti, di credere che ci sarà un domani.
Capita anche però che proprio lui, quello che credi ce l’abbia con te per non si sa bene quale motivo, si presenti sotto casa tua, dopo che in una chat tu gli hai appena accennato che eri un po’ giù, e arrivi armato di due Kinder Bueno e una margheritina, giusto per ridonarti il sorriso e farti sapere che lui c’è. E che non ce l’ha con te. E che tutte le menate che avevi erano nella tua testolina. E che tutto andrà bene: alla fine, cosa può andare male stretti in un abbraccio? Due Kinder Bueno e una margheritina: chi l’avrebbe mai detto che la felicità era tutta lì? Fuori imperversa la bufera, ma tu vedi solo sole, ora.
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