Due mesi che non sei più al mio fianco. L’altra sera ti cercavo nel lettone, mi mancava il tuo abbraccio, e le tue zampette fredde, e il tuo respiro rantoloso. Manchi anche alle bimbe: ogni tanto mi sembra che Shibu sia più triste del solito e ti cerchi, mentre Nara… be’, sai che Nara è più selvatica. Cerco di far loro da mamma e anche da papà, ma è difficile, ogni tanto accuso il colpo. Il tuo libro sta viaggiando bene, sai? La prima presentazione a Milano è stata una bomba, come dici sempre tu. Ora punto a portarlo in tutta Italia, quantomeno nelle grandi città. Io sto portando avanti i miei piccoli e grandi progetti, che tu già sai. Sono molto carica e aperta verso questo futuro sempre più incerto. Manchi terribilmente, ma ti sento in ogni gesto e sorriso e abbraccio e canzone e film e frase. In tutto. Due mesi sono niente rispetto ai 18 anni che…
Tag Of mi manchi
Surreale ma bello
E niente, Amore mio, hai deciso di farmi piangere: ieri in tv hanno dato “Pearl harbor”, stasera “Notting hill”. E tutti sanno ormai cosa significhi questo film per me, per noi. Ti ricordi quando l’anno scorso, durante la colazione in camera al San Luis, ci siamo messi a ricordare ogni battuta e a ballare sulle note di “When you say nothing at all”, cantate da me? Hai messo un po’ di questo nostro film nel tuo libro. E stasera, a un mese dalla tua partenza, sei venuto a ricordarmi che mi ami ancora. Io ero solo una semplice ragazza, che stava di fronte a un ragazzo e gli ha chiesto di amarla. E tu l’hai fatto. Amarti sulla Terra è stato surreale ma bello. Amarti tra le nuvole ancora di più.…
Un mese senza di te
Non so dove tu sia ora, ma so che sei in un posto felice. Ancora non riesco a sognarti, ma avverto la tua presenza forte e chiara. Ora che tutto vedi, saprai che sono arrabbiata con te in questi giorni, perché mi sento persa: te ne sei andato senza lasciarmi alcuna direzione da seguire, tranne quella di prendermi cura di me. Forse l’unica eredità che conta. Ma quando ci si sente persi, il segreto è cominciare con un piccolo passo perché è l’immobilità che frega. Oggi mi piacerebbe ricominciare a camminare, mi sa che lo farò. Un mese senza di te: manchi, ma ci sei. Ti amo fin dove sei tu.…
Mi manchi da vivere
Amore mio lontano, stasera in tv danno “Pearl harbor”. Il destino è beffardo: in questi giorni in cui mi manchi di più, in cui mi manca la tua parola giusta al momento giusto, danno questo film. Ricordo il momento esatto in cui lo vidi per la prima volta: è uscito nelle sale il giugno del 2001, pochi mesi prima di vederti per la prima volta. Colpo di fulmine. Poi qualche mese dopo, uscì il vhs, lo vidi e rimasi folgorata: Josh Hartnett ti somigliava così tanto. Consumai quella videocassetta. Lì capii di essere innamorata di te. Ricordi che ogni tanto te lo dicevo? Ora son qui che lo guardo in tv, da sola. Come allora. Ma ora non ho più la speranza che tu possa chiamarmi, mandarmi un sms o venire a prendermi con la Ford Fiesta. In questi giorni osservo le persone e mi sembrano tutti così matti: litigano e si tengono il broncio per cazzate. Sapessero quanto tempo…
Ti ho trovato nel sole che calava
Amore mio gigante, oggi sono partita per il lago. La prima vacanza senza di te. Non ero più abituata: come si fanno le vacanze in gruppo? Avremmo dovuto partire insieme, la pneumologa ci aveva consigliato un luogo fresco al di sotto dei 1000 metri di altitudine per non affaticare i polmoni. Poco prima della tua partenza, ti avevo girato dei link da guardare per provare ad andare in vacanza. Ma sei partito senza di me. È una sensazione strana, quella che provo: avevo una gran voglia di cambiare aria, ma al tempo stesso mi sentivo in colpa. Sai, nell’immaginario comune, dovrei rintanarmi in casa vestita di nero. Ma non sono mai stata una persona comune, noi due non lo eravamo. È stata una giornata spensierata, ma verso sera, ho sentito il bisogno di venirti a cercare. Ti ho trovato nel sole che calava, la tua ora preferita. E lì, siamo stati insieme per un po’.…
Ciao, Silvia
“Ti va di venire a far compagnia a mia figlia? Una volta a settimana, se non è disturbo”. Avevo 18 anni, non sapevo cosa volesse dire fare da dama di compagnia a una persona fragile. Ma i tuoi mi avevano scelta “a pelle”. E avevano ragione, perché da favore quale doveva essere, presto è diventato un piacere. Eravamo nate quasi lo stesso giorno, tu 20 anni prima, ma il giorno dopo. Entrambe eravamo laureate in lingue, amavamo i libri sopra ogni cosa, e stare in giro, visitare luoghi, conoscere gente. Venivo da te e ogni volta c’era qualcosa di diverso da fare: a volte delle traduzioni in francese, altre mi mettevo a trascrivere il tuo diario. Poi andavamo a messa insieme. A ogni compleanno e Natale, arrivavo con un libro. A Pasqua con un uovo di cioccolato. Ormai i libri me li commissionavi, e anche se sapevamo entrambe il titolo, te lo incartavo per lasciare l’effetto sorpresa. Uno degli ultimi…
Buon compleanno, Buzz!
Tutto l’amore che ci hai donato è ancora qui con noi. Grazie per averci insegnato la leggerezza del cuore. Buon compleanno Bubù, oggi sarebbero stati 15.…
Tutti sotto un tetto
Questa è la torta che mi ha portato la mia mamma, fatta da mia sorella. Era tra la spesa che le ho chiesto di fare per me, io che non posso muovermi di casa per nessun motivo. Mi ha lasciato anche una porzione del mio piatto preferito, il carpaccio di melanzane. Ieri sera l’ho vista per l’ultima volta, e chissà quando la potrò rivedere. Non sono una mammona, ma avere accanto la mamma in un momento del genere sarebbe di conforto. Sono rientrata in casa e sono scoppiata a piangere. Quanto vorrei la mia famiglia, ora tutta qui sotto lo stesso tetto. I miei genitori, ma anche i miei suoceri, e mia sorella. Come facevano una volta i nostri vecchi: abitavano tutti nella stessa casa, non c’era privacy, ma c’erano le fiabe, le chiacchiere, un piatto di zuppa calda tutti insieme a tavola, un abbraccio quando si era giù, i giochi giù in giardino. La nostra società del benessere ha…
Ti chiamo dopo, papà
A me nell’ultimo periodo capita di svegliarmi presto, ma di non aver nessuna voglia di alzarmi per non sentire le brutte notizie del mondo là fuori. Così rimango nel letto a rigirarmi, a occhi aperti, in cerca di un buon motivo per farlo, di un pensiero felice, e spesso fatico a trovarlo in tempi come questi. Ma oggi è stato facile: oggi ho pensato a quando chiamerò il mio papà per fargli gli auguri, e a quando lo riabbraccerò – e sarà forte – e a quando staremo di nuovo tutti insieme. E festeggeremo e sarà bellissimo. Dopo ti chiamo, papà, per raccontarti il mio sogno semplice. Intanto, auguri papà, ti voglio un mondo di bene.…
Finalmente sarò intera
Mi manca andare a fare la spesa nel mio supermercato preferito, perdendomi tra le corsie e i miei pensieri. Mi manca il mio papà, non lo vedo da quasi un mese. Così come mia mamma e mia sorella, anche se le ho potute salutare da lontano una settimana fa. Ho una paura fottuta che possa succedere loro qualcosa, perché non potrei prendermi cura di loro. Ma non ci penso, se no non vivo. Mi manca la cena a casa dei miei il martedì sera a base di bresaola e insalata. Mi mancano gli allenamenti, le mie compagne di squadra. Mi mancano i miei alunni, le nostre lezioni a base di fiabe e giornalismo. Mi manca la domenica mattina, con la messa e l’aperitivo con gli amici. Mi manca Milano, le colazioni e i pranzi con le colleghe-amiche, gli appuntamenti di lavoro, gli eventi, le conferenze, i corsi, gli aperitivi, le mostre. Mi manca uscire quelle rare volte con Matteo, i…