Settembre per me è un mese perfetto, speciale. È il mese del mio compleanno, ma soprattutto della ripresa, della ripartenza, della rinascita. In qualche modo, è come se si potesse ricominciare daccapo, riprendere da dove si è lasciato, ma con nuovo slancio, oppure stravolgere la propria vita e prendere una nuova strada. Mi piace quindi idealmente pensare che è per questo che molte coppie lo scelgono per sposarsi: perché simbolicamente vogliono cominciare una nuova vita insieme, lasciandosi alle spalle numerose primavere.
Quest’anno di ritorno dalle vacanze mi aspettavano ben due matrimoni e per me non poteva esserci inizio migliore di quest’anno lavorativo. Il primo è stato di una delle mie amiche d’infanzia di più vecchia data, Rebecca, e il secondo del mio cuginone Luca, primo di una lunga serie di cugini (siamo in 9!). Nessun invitato in comune, ma tante analogie per me.
La prima riguarda la forma. Entrambi hanno scelto una chiesetta piccola e raccolta di frazione o addirittura una pieve di campagna, nel caso di mio cugino. Forse per stare lontani da occhi curiosi o indiscreti o per godere dei colori pieni della natura o perché entrambe le coppie sono molto riservate, non so, ma devo dire che l’ho trovata una scelta azzeccata, per evitare di far sembrare il matrimonio una festa di paese piuttosto che un evento intimo ed emozionante.
La seconda cosa in comune che mi ha colpito è stato vedere l’agitazione e l’emozione sul volto teso di entrambi gli sposi prima della cerimonia. Di solito, le più emozionate sono le donne, si dice. E invece. Secchezza in gola, sguardo perso e un accenno di lacrimuccia all’entrata in chiesa della promessa sposa. Bello vederli così innamorati, così convinti del passo che stavano per compiere. E la frase pronunciata dopo al ricevimento da Patrizio, marito di Rebecca, a proposito della moglie: “Devo dire che stavo per mettermi a piangere al suo ingresso in chiesa. Lei è sempre bellissima, ma oggi lo è ancora di più”, ha tolto ogni dubbio alle mie supposizioni.
Infine, la terza cosa che ho notato è una constatazione di fatto. In entrambi i matrimoni ho ritrovato persone che non frequentavo da anni, ho condiviso con loro il tavolo ed è stato bello vedere come il tempo sembrava non avere scalfito assolutamente il feeling, la confidenza che c’era tra noi un tempo. Con Deborah e Rebecca all’asilo eravamo inseparabili, sempre insieme e lo siamo state finché Deborah non si è trasferita in un paese vicino con la sua famiglia. Poi la perdetti di vista, mentre con Rebecca abbiamo continuato a sentirci e vederci. All’improvviso l’invito a nozze, ed ecco che te la ritrovi lì e scopri che in fondo non se n’era mai andata dal tuo cuore: ci parli, ci ridi, ci scherzi, come se vi foste viste ieri. La stessa cosa mi è capitata al matrimonio di mio cugino: non lo vedevo da diversi mesi e lo stesso era per gli altri cugini con i quali non mi sedevo a un tavolo insieme forse da cinque anni o più. Ma si rideva di gusto, si parlava, si scherzava, ci si abbracciava e tutta la lontananza è svanita per incanto.
Buone vibrazioni, sensazioni positive, che mi hanno nutrito mente e anima e che mi hanno dato nuovo vigore per ricominciare. Potere dell’amicizia e dei legami solidi e veri. Perché è vero che per ritrovare le persone c’è Facebook, ma per tutto il resto (mantenere vive le relazioni e il feeling), ci vuole cuore.
Ben detto! Auguroni… 🙂
Anche a te, cara Rossella! Buon inizio! 🙂