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settembre 19, 2014

L’attimo perfetto

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La vita è questione di attimi. E di sguardi, cantava Paola Turci un tempo. Si frequentano decine di persone, ci si guarda negli occhi con molte meno, e però solo con uno scatta quel qualcosa, quella scintilla che ci fa dire: “Lui è quello che sposerò”. Che è molto oltre la soglia dell’innamoramento, perché si tratta di una consapevolezza mai avuta prima, di quell’istante perfetto e irripetibile che ci fa dire: “Voglio passare tutta la mia vita con quest’uomo”. È un istante, appunto. Ci si trova nel mezzo per caso, però quando lo si riconosce, si capisce che è quello che ci cambierà la vita. Per sempre.

Qualche settimana fa è uscito sull’Huffington Post un articolo proprio su questa questione qua, dal titolo: “Ventitrè mariti raccontano il momento nel quale hanno pensato: “È lei”, una raccolta decisamente romantica e squisita di dichiarazioni di uomini che hanno saputo cogliere ‘quell’istante’. Io ho deciso di fare lo stesso e chiedere ad alcune mie amiche su Facebook di fare lo stesso e raccontarmi quando hanno capito che lui era ‘the one’: queste sono le otto fortunate che mi hanno raccontato del loro attimo magico. Fortunate perché oltre ad essersi sposate con l’uomo che amano, hanno avuto la conferma che fosse proprio lui l’uomo della loro vita. Perché tante oggi sono sposate, ma poche hanno accanto colui che ha fatto vivere loro l’attimo perfetto.

“Era l’estate del 2010, stavamo insieme da poco, eravamo in campeggio dai miei e siamo rimasti svegli fino alle tre a giocare a carte, cosa che per la mia famiglia era normale, ma non mi era mai successo con un mio ragazzo. Alla fine della partita, ci siamo messi tutti a mangiare l’anguria e a ridere fino alle lacrime. Lì, ho capito che lui era “per sempre sempre”. Oggi lo è ogni volta che arrivo a casa e lui è lì ad aspettarmi, lo é ogni volta che andiamo a letto e mi abbraccia per tutta la notte, lo è quando mi sveglio al mattino e la prima cosa che sento è “buongiorno amore”, lo è ogni volta che sorride e arriccia il naso e ogni volta che facciamo la lotta”. Silvia

“Io ho capito che lui è quello per sempre perché prima di se stesso mette sempre me… e forse non è ricambiato come dovrebbe”. Marika

“Probabilmente sono state le vacanze… Sia quelle separate, in cui ti accorgevi che nulla era piacevole e che volevi solo tornare a casa per rivederlo, sia quelle insieme, perché ti rendevi conto che c’era sintonia e tanta voglia di stare uno accanto all’altra”. Pamela

“Avevo 16 anni, lo vidi e pensai: “questo me lo sposo”. Colpo di fulmine. Non lo rividi fino al giorno in cui fu ucciso Borsellino, tre anni dopo… Non gli diedi neanche la mano, avevo paura che il mio cuore scoppiasse. L’ho amato tanto, era la mia vita. Ora siamo separati, l’amore cambia, si trasforma, ma rimane vivido il ricordo, nonostante ci siamo fatti tanto male”. Diana

“Il momento in cui ho capito che volevo sposarlo è stato quando, in preda alla passione che schizzava alle stelle, mi ha confessato di ritenere sbagliati i rapporti prematrimoniali (esistono ancora i ragazzi di “una volta”) e mi ha chiesto di attendere. È stata l’attesa più bella della mia vita e la prima notte di nozze magica come mai avrei potuto immaginare”. Sara

“Ho sempre reputato naturale l’idea di sposarmi con Paolo, mio marito. Non dico dal momento del primo bacio, ma dalla mattina dopo o quasi! La ragione? Con i ragazzi precedenti non avevo mai provato una sorta di “magia” fissa, ero sempre stata catturata da dettagli che poi sono andati a svanire. Il momento in cui è stato mio marito a pensare “È lei”? Quando io mi sedetti sul ciglio di un marciapiede e continuai a chiacchierare con lui come se niente fosse. Mi disse che questa cosa gli fece capire che ero una tipa tranquilla, diciamo pure “easy”, non ero la solita ragazza che sta lì a preoccuparsi dei pantaloni che possono sporcarsi”. Alessandra

“Io ho capito che il mio lui era quello giusto per me una sera in cui eravamo in campeggio con il mio fratellino più piccolo, che aveva forse 15 o 16 anni. Il mio fratellino tardava a rientrare nella roulotte ed il mio lui era nervoso e preoccupato, al punto che è andato a cercarlo e quando l’ha trovato l’ha riportato in roulotte e gli ha fatto una sonora sgridata, spiegandogli quanto fosse stato in pensiero per lui. Ecco, ricordo ogni parola del suo discorso, la serietà ( nonostante fosse anche lui tanto giovane ancora), la foga, l’amore che traspariva con la sua preoccupazione. Chiaramente contava non poco il fatto che io lo amassi già immensamente. E cavolo, sono passati quasi 20 anni da quel giorno eppure io lo amo sempre così tanto!!! Ed è un marito capace di farmi sentire sempre bella ed amata, come se io non fossi solo un qualunque granello di sabbia sulla spiaggia, bensì un granello speciale, diverso da tutti gli altri, rilucente solo per lui. Non so come faccia ma cavolo lui ci riesce ogni giorno da più di vent’anni”. Simona

“Mi rendo conto che può suonare retorico o semplicemente folle, di certo mi hanno dato della folle tutte le amiche alle quali ho solennemente dichiarato, dopo quella sera: “Ragazze, ho conosciuto l’uomo della mia vita!”. Quel momento preciso non credo lo dimenticherò mai: sono ancora nell’ingresso e incrocio il suo sguardo per qualche secondo, sento che mi scappa un sorriso e mi sento investire da una botta d’ansia. Anche lui mi guarda con un mezzo sorriso, è immobile in mezzo al salotto con un’enorme torta pandispagna e panna in mano: “…E tu devi essere il festeggiato!” riesco a dirgli. Non abbiamo quasi più parlato quella sera e per molti mesi dopo non ci siamo più incontrati, ma da quel momento non ho mai smesso di pensarlo intensamente. Coltivavo neanche troppo segretamente la fortissima sensazione di averlo trovato, in maniera totalmente irrazionale sentivo che “era proprio lui” ma la situazione era un po’ complicata e non sapevo se e quando lo sarebbe diventato davvero. Due anni e mezzo dopo ci siamo sposati”. Susanna

Foto dal sito www.stylemepretty.com

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by Francesca Favotto | 2 comments
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2 Comments

  1. teo says:

    Ma quant’è brava l’Amore mio?! Ti amo.

    8 anni ago · Rispondi
    1. Francesca Favotto says:

      Troppo buono!
      Amore a te.

      8 anni ago · Rispondi

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Chi sono

"...Non è Francesca", recita la canzone di Battisti. E invece sì, son proprio io.
Nasco a metà degli anni Ottanta, la settimana in cui i Dire Straits dominavano le classifiche mondiali con il loro successo ‘Money for nothing’, sotto il segno della Bilancia, ascendente Leone. Determinata e tenace, innamorata della vita e del bello, appassionata di musica fino al midollo (grazie ai Dire Straits nel mio trigono), sin da piccola preferisco i temi di italiano alle equazioni di algebra, inclinazione che mi porta a intraprendere studi a carattere umanistico. Linguista per necessità, ma giornalista per passione, ben presto scopro quant’è bello e divertente girare come una trottola in cerca di notizie. La serie tv ‘Sex and the city’ dà il colpo di grazia al mio destino: la vita di Carrie Bradshaw è troppo bella per non provare a realizzarla!

Un’insana passione per lo shopping unita alla curiosità per il fashion biz mi aiutano quindi a ‘masterizzarmi’ in Giornalismo di Moda, titolo che mi apre la strada in un settore pieno di sogni e di amore: quello del matrimonio! Fidanzata da quindici anni, cerco di apprendere più nozioni possibili sull’argomento, applicandole nella vita a due. A un rimpianto preferisco un rimorso, a un muso lungo un sorriso, al bicchiere mezzo vuoto sempre quello mezzo pieno, a una vita senza sogni per paura di non riuscire ad avverarli, ne preferisco una piena di cicatrici e sudore nel tentativo di esaudirli. Sognavo la vita di Carrie… e intanto non mi accorgevo che la mia è pure meglio.

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