Può mancare qualcosa che non c’è o non c’è ancora? Me lo son chiesta parecchie volte e la risposta a cui sono giunta è sì. Nella fattispecie, mi manca la quotidianità di coppia, quel vivere accanto all’uomo che ami, giorno dopo giorno, condividendo sogni, risate e piccole cose. E vi dirò di più: mi è mancata proprio in questo periodo, fatto di grandi paure, di ansia e di dolore. In questi giorni fatti di grande sofferenza e di lacrime, ecco io avrei voluto fare di più, essere di più. Mai come in questi mesi ho sentito l’esigenza di non tirarmi indietro davanti alla prova, ma di fare un passo avanti per legittimare la nostra vita insieme. Teo aveva bisogno di me e io ci sono sempre stata, ma avevo le mani legate. Mi è pesato non esser potuta rimanere in ospedale tutto il giorno tutti i giorni al suo fianco, non aver potuto fare le notti. Mi pesava fare avanti e indietro non per la strada, ma perché significava allontanarsi da lui. E oggi mi pesa recarmi a casa sua per qualche oretta e poi tornare a casa, mi pesa non poterlo vedere addormentarsi né rimboccargli le coperte, mi pesa non poter dormire nello stesso letto, mi pesa non poter occuparmi di lui, non poter imparare a fargli le punture. Mi pesa sentirlo solo per telefono o per messaggi quando lui non c’è. Mi pesa perché pur essendo la sua fidanzata, mi sento come un’ospite, un’esclusa. Tecnicamente non sono la moglie, ma avrei potuto esserlo e mi rammarico di non aver preso prima determinate decisioni di cui adesso sento la mancanza, pur non avendole mai vissute.
Non so come sia essere sposati, non so cosa voglia dire probabilmente stare vicini 24 ore su 24, ma sono pronta per farlo, voglio farlo, voglio esserci per lui, e questo dovrebbe bastare no? Tante coppie mettono come base di partenza per un matrimonio il conto in banca, la solidità economica, l’avere una casa di proprietà: io metto per prima la voglia di stare al suo fianco, soprattutto in momenti come questo, perché sono in momenti così che viene fuori il meglio di noi. Sono una ragazza estremamente indipendente e libera, anzi soffro se limitata nelle mie possibilità di azione e di pensiero, ma sento nel profondo il bisogno di legarmi a lui, perché mi fa sentire completa. Ero un certo tipo di persona, insicura, con poca autostima e paurosa. La Franci di oggi è nata quando l’ha conosciuto, perché lui ha saputo tirar fuori il meglio di me.
Purtroppo la vita ci ha messo davanti alla “gioia e al dolore, alla salute e alla malattia” molto prima della fatidica promessa, ma so che è questo quello che voglio perché se amo stare con lui nella prova, allora che bello sarà quando la vita ritaglierà per noi solo momenti di panna e fragole, di risate e baci al sale, di fette di torta e cappuccino davanti al caminetto. Mano nella mano, incontro al sole, come i pinguini: insieme per sempre, però “un pezzo di strada lo facciamo insieme, un altro da soli, ma tu fermati sempre ad aspettarmi quando cammino lento sul ghiaccio scivoloso” (cit. Marcello Signore).
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