Ad aprirmi i barattoli e i vasetti da sola. Che devo sempre portarmi il cellulare appresso in casa, perché se mi faccio male potrei rimanere lì senza che nessuno se ne accorga. Che son caduta dal duecentesimo piano, come il Falling Man delle Twin Towers, ma io sono ancora viva. Che se mi schianto dal 50esimo, chi se ne fotte. Che è bello dire no quando non voglio qualcosa. Che la tua assenza non è più mancanza, ma presenza. A ballare quando ne ho voglia e a cantare a squarciagola e a urlare vaffanculo dal balcone quando è giusto per me. Che non pensavo potessero mancarmi così tanto i concerti. E gli abbracci. E i baci. E il sesso. Oh sì, anche il sesso. Che l’amore che mi faccio spesso ha a che fare con il corpo, ma sempre ha a che fare con la mia mente. Che gli orgasmi più belli li ho provati con le parole: lette, ascoltate, cantate, ballate. Sussurrate. Mantenute. Che le persone che ti amano davvero non sbagliano i regali a Natale. Che leggere un libro per me rimane uno dei piaceri più sottili. Che ballare fino a sputare l’anima è liberatorio. Che la prima cosa che farò appena si potrà sarà preparare lo zaino e partire. Che ho voglia di provare che effetto mi fa volare. O affidare la mia vita a qualcun altro, io che ho sempre avuto il controllo su tutto. Che ho già perso il controllo da mo’ e che ho voglia di perderlo del tutto. Che sono ancora qui, con il cuore sulla pelle, che se mi sfiori lo puoi sentire battere, e negli occhi, che se li guardi, ci vedi quello che non riesco a nascondere. Che ho voglia di sincerità, di verità. Che le persone sono il vero regalo. Che se lascio andare, creo spazio per cose nuove. Che se mando segnali, l’universo mi risponde. Che i sogni è meglio scriverli verde su bianco perché così li realizzi meglio. Che non so stare ferma, ma non vago senza meta. Che non sono per tutti, e che le mie fragilità meritano di vederle in pochi. Che non ho il cuore anestetizzato, impietrito. Che il dolore mi ha plasmato, ma non mi ha vinta. Che ho la vita che mi scappa tra le dita, ma che son stata brava a non sprecarla. Che non voglio più trattenere: quello che ho nella pancia e nel cuore io te lo devo dire e dare. Che a vivere così ci si brucia, ma mi arde la vita.
Ecco ciò che ho imparato da questo 2020, che ringrazio con tutta me stessa per avermi restituita. “Tu riesci a tenere alzate le persone di notte ad aver fame di vita”, così mi hanno descritta. Ecco, vi auguro la stessa cosa. E auguro a me stessa di avere al mio fianco qualcuno che voglia bruciare con la stessa intensità. Tutta la notte. Tutta la vita.
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