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maggio 17, 2013

Vittoria!

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Avete mai sentito nei film quella frase ad effetto, tipo “Sono rinata dopo aver conosciuto lui” o “Non ho mai vissuto finché non ho incontrato te” o ancora “Non mi ricordo nemmeno com’era la mia vita prima di lui”? Ecco. I più cinici avranno pensato: “Frasi da film, che cazzata!”, i più romantici (o semplicemente innamorati): “Dio, com’è vero!”. Ecco, io appartengo a quest’ultima categoria. Non mi ricordo più com’era la vita prima di aver conosciuto lui, com’era uscire la sera, mangiare la pasta, respirare… Niente. Mentre di questi ultimi dodici anni ricordo tutto, o quasi. Ogni singolo istante: di quando lo vidi per la prima volta, com’era vestito, di com’è avvenuto il primo bacio, la nostra prima volta, il primo viaggio, la nostra prima vera litigata… Tutto.

E forse è per questo che l’altro giorno mi ha assalito il panico, a un certo punto mi è mancato il respiro e le gambe si sono messe a tremare: al tiggì è passato un servizio sui tumori e non ci ho capito più niente. La vista mi si è annebbiata e ho avuto paura. Una paura inconsapevole, primordiale, inconscia, che credevo di aver rimosso, ma che è in realtà è latente, sempre lì in agguato, pronta a riemergere: quella di perderlo per sempre, di perdere quello che insieme abbiamo costruito e quello che verrà. Alla mia età non capita mai di pensare al momento in cui ci si dovrà separare per sempre, sembra sempre così lontano nel tempo, un puntino quasi inesistente, perché così è naturale che sia, ma ho dovuto fare i conti presto con la dura realtà: la malattia è passata presto a chiedere pegno, a prendersi i sorrisi, le speranze, il dolore di una giovane coppia che altro non chiedeva che vivere serenamente il loro amore.

Oggi il peggio sembra passato, ma ho sempre paura che torni indietro a chiedere più di quanto sarei disposta mai a sopportare. Io che non so stare senza sentirlo per più di tre ore, che non riesco a non vederlo quasi tutti i giorni, che non riesco a immaginare un cuscino senza il suo odore, che non riesco a stare un giorno senza il suo sorriso… come potrei mai sopportare una vita senza di lui?

Visto il servizio alla tv, una lacrima ha fatto capolino sulla mia guancia, ma mi sono asciugata il viso, mi sono vestita e sono andata a casa sua, dove ci aspettavano dei colleghi per lavorare ad un progetto. Senza sapere nulla, mi ha abbracciata stretta stretta, mi ha baciata e mi ha detto: “Non vedo l’ora di averti per casa tutti i giorni e di avere tanti bei bimbi da te. Demetra allora ti piace?”. Senza nemmeno saperlo, lui ha fugato ogni mio dubbio e paura riguardo al futuro. “E di Vittoria che ne pensi?”, ho rilanciato io. “Bello, mi piace”. Sì, il nostro futuro sarà rosa: rosa come la femminuccia che avremo e che sogniamo, con il nome che ha già il sapore di una rivincita.

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by Francesca Favotto | 3 comments
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3 Comments

  1. Laura ECOhps says:

    Ho letto il post e un magone assurdo mi ha assalita. Quanto è vero che certe cose le capisce solo chi ama…tra cinque minuti, quando avrò finito di piagnucolare, mi metterò a scrivere anche io, per cancellare i cattivi pensieri.

    12 anni ago · Rispondi
  2. Laura ECOhps says:

    …e visto che mi commuovi ed emozioni sempre…un premio anche qui! http://notthesamestuff.blogspot.it/2013/05/very-inspiring-blogger-award.html

    12 anni ago · Rispondi
    1. Francesca Favotto says:

      Uh, ma che tesoro! Grazie mille Laura! *.* Ora vedrò di fare un post dedicato! Un abbraccione

      12 anni ago · Rispondi

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Chi sono

"...Non è Francesca", recita la canzone di Battisti. E invece sì, son proprio io.
Nasco a metà degli anni Ottanta, la settimana in cui i Dire Straits dominavano le classifiche mondiali con il loro successo ‘Money for nothing’, sotto il segno della Bilancia, ascendente Leone. Determinata e tenace, innamorata della vita e del bello, appassionata di musica fino al midollo (grazie ai Dire Straits nel mio trigono), sin da piccola preferisco i temi di italiano alle equazioni di algebra, inclinazione che mi porta a intraprendere studi a carattere umanistico. Linguista per necessità, ma giornalista per passione, ben presto scopro quant’è bello e divertente girare come una trottola in cerca di notizie. La serie tv ‘Sex and the city’ dà il colpo di grazia al mio destino: la vita di Carrie Bradshaw è troppo bella per non provare a realizzarla!

Un’insana passione per lo shopping unita alla curiosità per il fashion biz mi aiutano quindi a ‘masterizzarmi’ in Giornalismo di Moda, titolo che mi apre la strada in un settore pieno di sogni e di amore: quello del matrimonio! Fidanzata da quindici anni, cerco di apprendere più nozioni possibili sull’argomento, applicandole nella vita a due. A un rimpianto preferisco un rimorso, a un muso lungo un sorriso, al bicchiere mezzo vuoto sempre quello mezzo pieno, a una vita senza sogni per paura di non riuscire ad avverarli, ne preferisco una piena di cicatrici e sudore nel tentativo di esaudirli. Sognavo la vita di Carrie… e intanto non mi accorgevo che la mia è pure meglio.

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