Oggi a yoga son riuscita a fare di nuovo Ardha Matsyendrasana, un asana di torsione che consiste nell’avvolgere le gambe intorno al corpo e abbracciarle con le braccia, per rivolgere il viso dietro la schiena. Non un asana difficile, ma per me lo era diventato. L’adipe accumulato soprattutto sull’addome mi impediva di voltarmi indietro e mi costringeva a trattenere il fiato.
Oggi riesco a farlo di nuovo, e meglio. Ruotare la parte frontale del corpo, visibile, verso quella posteriore, più recondita, nell’hatha yoga rappresenta l’unione del conscio e dell’inconscio, della luce e della tenebra, dello yin e dello yang. C’è stato un periodo in cui non riuscivo più a guardarmi dentro, ma poi sono uscita illuminata dal pesce che mi aveva inghiottito, proprio come Matsyendra.
Ora son pronta a guardare in faccia le mie paure, abbracciandomi. Ecco, dallo yoga ho imparato ad ascoltarmi: c’è sempre un momento in cui il corpo ci parla. Non giudicatevi, accoglietevi, perdonatevi. E ricominciate, abbracciandovi.

No Comment