“L’infinito del verbo amare è restare, è esserci nonostante tutto.
Amare è restare sotto la croce di chi ami, bevendo fino in fondo l’amaro calice dell’impotenza.
Il dolore più grande è non poter fare nulla davanti alla sofferenza di chi ami.
Ma l’amore vero è restare lì nonostante l’impotenza, nonostante tu non puoi salvare da quella croce.
L’amore è Maria e Giovanni sotto la croce.
L’amore è Cristo che muore comunque, ma non muore solo.
La Madre e il discepolo amato restano fino alla fine e abitano l’ora più buia della storia di Cristo.
Si ama quando si resta anche nelle situazioni in cui non conviene più restare”.Don Luigi Maria Epicoco
L’amore è roba per stomaci forti, niente a che vedere con le farfalle. Oggi ho letto queste parole e ho sentito una pugnalata dritta al cuore. Perché mi chiedo spesso se il mio restare accanto a chi ha una data di scadenza non sia più simile al masochismo.
Poi mi rispondo sempre di no. Perché a me le date di scadenza non mi hanno mai fatto paura, anzi me ne fotto. Perché, come Maria contava le piaghe di suo Figlio, così anche io posso contare le piaghe sulle mani di Teo e le cicatrici sul suo costato.
Perché anche Teo – e che Dio mi fulmini se sono blasfema – sta portando la sua croce. E io, come Maria, resterò fino alla fine. E non perché sia masochista, ma perché so che cos’è l’Amore. E lo so grazie a lui.

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