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maggio 3, 2013

Dalla parte giusta del letto

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Siamo tornati. Dalla nostra mini vacanzina, intendo. Ci siamo portati dietro i nostri sorrisi, le nostre foto, i nostri abbracci, i nostri baci, i nostri pranzi e cene preparate con quello che c’era nel frigo, la presenza rassicurante dell’altro nel corso della giornata, le nostre discussioni, i nostri mano nella mano. Siamo tornati da solo un giorno e già spuntano fuori i problemi. Non che là non ne abbiamo avuti, di problemi. Anzi. Ma essere insieme vuol dire averli risolti già per metà.

Oggi sono qui, sola, con la testa che gira, dovrei scrivere ma non riesco, avrei bisogno di lui vicino per sentire che tutto potrebbe andare già meglio per il fatto che lui è lì di fianco a me. Solo l’altro ieri abbiamo avuto una discussione pesante, quelle in cui senti di aver sbagliato, quelle in cui ti senti una merda perché sai che in parte lui ha ragione, quelle in cui lui per un attimo non ti guarda più con quello sguardo che conosci così bene, quello che ti perdona tutto. Però solo per il fatto di averlo vicino, sapevo che sarebbe andato tutto a posto. E così è stato. Ci siamo ignorati per un po’, ci siamo annusati e poi abbiamo abbattuto il muro del silenzio. Perché era quello che mi faceva sentire ancora più colpevole, un’estranea nella coppia. Siamo andati a letto e abbiamo cominciato a parlare. E parlare, e ancora parlare. Finché non abbiamo chiarito ogni cosa. E poi, ci siamo abbandonati, abbiamo abbassato le nostre armi e abbiamo fatto la pace, l’unica che una coppia dovrebbe conoscere, prima di addormentarsi l’uno accanto all’altro. Ci siamo coccolati e assaporati finché sfatti non ci siamo addormentati nel nostro letto sfatto.

Io a sinistra, lui a destra. Che chissà perché, ho notato essere una caratteristica che accomuna una miriade di coppie. Forse perché per istinto ci scegliamo la parte che corrisponde all’emisfero del cervello che più ci rappresenta: noi donne a sinistra, la parte più analitica, quella più razionale, che sviscera ogni situazione e cerca di risolverla e gli uomini a destra, quella più istintiva, più animalesca, capaci magari di non andare in profondità nelle cose ma di far passare tutto con un abbraccio.

Io e Teo dormiamo proprio dalla parte giusta. Io analizzo, lui mi abbraccia. Io scandaglio, lui mi bacia. E proprio di un suo abbraccio avrei bisogno in questo momento, per sentire che andrà tutto bene. O che per metà è già tutto a posto.

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by Francesca Favotto | 3 comments
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3 Comments

  1. Filippo says:

    Chi si sveglia prima dorme nel lato del letto vicino alla porta. È più pratico.

    12 anni ago · Rispondi
    1. poucet78 says:

      Cavoli è vero! non ci avevo mai pensato 🙂

      12 anni ago · Rispondi
      1. Francesca Favotto says:

        Vedi?! Ora abbiamo una teoria! 😉 Un abbraccio.

        12 anni ago · Rispondi

Rispondi a poucet78 Cancel Reply

Chi sono

"...Non è Francesca", recita la canzone di Battisti. E invece sì, son proprio io.
Nasco a metà degli anni Ottanta, la settimana in cui i Dire Straits dominavano le classifiche mondiali con il loro successo ‘Money for nothing’, sotto il segno della Bilancia, ascendente Leone. Determinata e tenace, innamorata della vita e del bello, appassionata di musica fino al midollo (grazie ai Dire Straits nel mio trigono), sin da piccola preferisco i temi di italiano alle equazioni di algebra, inclinazione che mi porta a intraprendere studi a carattere umanistico. Linguista per necessità, ma giornalista per passione, ben presto scopro quant’è bello e divertente girare come una trottola in cerca di notizie. La serie tv ‘Sex and the city’ dà il colpo di grazia al mio destino: la vita di Carrie Bradshaw è troppo bella per non provare a realizzarla!

Un’insana passione per lo shopping unita alla curiosità per il fashion biz mi aiutano quindi a ‘masterizzarmi’ in Giornalismo di Moda, titolo che mi apre la strada in un settore pieno di sogni e di amore: quello del matrimonio! Fidanzata da quindici anni, cerco di apprendere più nozioni possibili sull’argomento, applicandole nella vita a due. A un rimpianto preferisco un rimorso, a un muso lungo un sorriso, al bicchiere mezzo vuoto sempre quello mezzo pieno, a una vita senza sogni per paura di non riuscire ad avverarli, ne preferisco una piena di cicatrici e sudore nel tentativo di esaudirli. Sognavo la vita di Carrie… e intanto non mi accorgevo che la mia è pure meglio.

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