E poi succede che in un giorno in cui non hai molto da fare perché il lavoro da precario viene e va, decidi di proporre un blog a Style.it, uno dei siti più importanti in Italia, perché ti piace scrivere a prescindere, che sia per lavoro o meno. E succede che te lo approvino e quindi inizi a pubblicare pensieri a casaccio, così come vengono, così come erano i blog in principio, pagine di riflessioni sparse di un diario digitale. Poi, nel tempo, il lavoro aumenta – oltre ad andare, ogni tanto viene – ma nonostante questo, senti che il blog non va abbandonato, anzi va curato settimana per settimana, proprio come un figlio. Anzi, senti che aprirne un secondo, sempre su Style, è la strada giusta, uno sul pensiero positivo e sull’ottimismo, che non se ne ha mai abbastanza. Dedichi anche all’ultimo nato tutte le tue energie, lo segui, lo vedi crescere, insieme al suo fratellino più anziano. Iniziano a darti le prime soddisfazioni, arrivano i primi riconoscimenti, i primi complimenti. E tu ne vai tanto orgogliosa, perché lì dentro c’è tanto di te, del tuo vissuto, delle tue esperienze, del tuo pensiero.
E succede che poi il tuo impegno viene riconosciuto e ti annoverino tra le top blogger di Style, insieme ad altre ben più conosciute e rinomate veterane del settore, tu che avevi iniziato scrivendo solo per te stessa. E invece. Invece in un caldo giorno di luglio, succede che il direttore di Style nonché vicedirettore di Vanity Fair ti inviti all’esclusivo party per il lancio della radio di Vanity Fair. E a te tremano le gambe, e non ci puoi credere che stia succedendo davvero, che stia succedendo a te. Che un po’, un giorno, ci speravi, certo, ma non pensavi potesse accadere. E ora sei lì che devi decidere cosa indossare, come vestirti, e ti fai aiutare dalle colleghe – amiche che mai avrei pensato di meritare, e che invece riempiono le mie giornate di sorrisi e amore. A voi, grazie! – e decidi gli abbinamenti di colore, ma non è questo il punto. Senti che ti manca qualcosa, che la tua gioia non è completa.
E poi il gran giorno arriva, e inizi a sudare freddo, perché sai quello che ti aspetta, ma non sai se sarai all’altezza. Incontri le altre blogger, visiti la redazione della rivista dei tuoi sogni, conosci il Direttore, il suo ufficio, vedi alle pareti tutte le copertine, in libreria tutti i numeri dal lancio in poi, e ti emozioni forte, desiderando tanto poter entrarci tutti i giorni, in quella redazione. E poi vai al party, dove vedi gente famosa e meno famosa, pezzi grossi della casa editrice per cui lavori, ma non è questo il punto. Perché senti sempre che ti manca qualcosa.
Nove anni prima: “Amore, mi hanno offerto un lavoro in banca, ma cavoli davvero non so se accettare… É sicuro, ma non so se mi vedo a invecchiare dietro a una cassa”. “Tu cosa ti senti di fare?”, “In che senso?”, “Cosa ti piace più di tutto? Cosa ti appassiona?”, “Amo scrivere, ma la vedo dura arrivare dove dico io”. “E dove vuoi arrivare?”. “Mah, non lo so… Ho un sogno, vorrei far diventare la scrittura il mio mestiere, però l’esperienza al giornale locale non è andata tanto bene”. “Ma che vuole dire? Non è che se toppi una volta, vuol dire che non ci sei portata. Immaginati tra dieci anni e magari ce la fai”. “Dici? Allora sogno in grande: le mie riviste preferite arrivano tutte da Condè Nast, in particolare amo tantissimo Vanity Fair”. “Sei brava, ce la farai, vedrai”. “Sì, ma non conosco nessuno e lì di solito per entrarci…”. “Non è assolutamente vero. Te lo dico ora: tu ce la farai. E io ti supporterò. E te lo ricorderò ogni volta che sarai lì lì per mollare”. “Ok, allora se ci sei tu, mi butto. E lascio stare il lavoro in banca”.
L’altra settimana ero nella redazione di Vanity Fair, al party di Vanity Fair, a due metri dal Direttore di Vanity Fair, seppure per una serata soltanto. E non ci potevo credere. Ma mancava lui. Colui che ha creduto in me, prima ancora che ci credessi io. E che davvero ogni volta che volevo mollare tutto, mi rimetteva in carreggiata. È che le cose belle di solito si vogliono condividere con chi si ama, e questo mio piccolo traguardo avrei tanto voluto tagliarlo con lui. Ché oggi non sono arrivata ancora da nessuna parte, ma sento di aver percorso un tot di strada con entusiasmo e passione, e se l’ho fatto, è perché non mi sono mai sentita sola.
E allora, grazie a te, questa piccola vittoria è merito tuo. E anche mio, che per una volta, ti ho dato retta.
Le blogger di Style al party di Vanity Fair
Semplicemente commoss tesoro…te lo meriti…e ti meriti una persona spledida come Lui accanto a Te, splendida altrettanto!
Grazie tesoro! Ti abbraccio fortissimo.
il tuo principe azzurro!!! =) grande Teo! <3
Sì, è proprio lui. 😉 Un bacione, Eli!
Enjoy
Si, “the silence”…
of the Lambs
piango.
per tanti motivi.
di invidia per me, di gioia per te! 🙂
ti leggo da un po’ e te lo meriti 🙂
LFR
lafillerouge.style.it
Grazie La Fille Rouge, sei carinissima. Piangiamo insieme, la prossima volta! 😉 Continua a seguirmi. Ti abbraccio forte.
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What the hell is this?
Perche’ stereotipare cosi’ il lavoro in banca ?!
Conosco tante persone che ci lavorano, e ho evidenza che non e’ un lavoro sicuro.
Non ti sembra di essere un pochino “altezzosa” ?
So gia’ che ti arrabbierai leggendo questo commento…
P.S. Non posso fare a meno di leggere il tuo blog. I’m addicted.