Natale è famiglia. Per me quest’anno non c’è Natale perché non c’è famiglia. La mia famiglia, quella che mi ero scelta, non c’è più e quella che c’è ancora, è disgregata da regole senza senso. Il Natale come lo conoscevo non esiste più. E a queste condizioni non mi interessa nemmeno più recuperarlo.
Ma c’è una cosa che mi preme recuperare: l’onestà. Cercate di stare accanto a una persona perché volete stare con lei e non perché è la cosa giusta. Quanti che “a Natale vengo lì perché sei da sola, perché così stiamo insieme, perché se no che Natale è” o avran pensato “dai, chiamiamola a Natale perché poverina”.
No. Ormai io nella mia solitudine ci sto bene e un Natale forzato come questo è l’ultima cosa di cui ho bisogno. A volte, è vero, mi trovo a invidiare anche quelle coppie che seppur non amandosi, almeno avranno qualcuno con cui brindare. Ma poi mi dico che no, non è vita starsi accanto se non (ci) si vuole.
Pensatemi se volete davvero pensarmi, chiamatemi se avete davvero piacere di sentirmi, venite a trovarmi se volete davvero starmi accanto. Ma non perché si deve, è Natale. Dio non rimetterà i vostri peccati se l’opera buona puzza di ipocrisia. E io accanto a me, anche se solo per pochi minuti, voglio persone oneste, vere, che vogliono me e non sentirsi migliori dopo avermi consolata.
Regalatemi un sorriso e la promessa che mi porterete a ballare o a correre in un campo di papaveri, una volta finito tutto questo. Ho voglia di futuro. Vedete voi se sarete in grado di farmi ubriacare di felicità, solo facendomi girare la testa.
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