Le cose che mi hanno svoltato la giornata, ma no che dico, la settimana, ma no che dico, la vita nell’ultimo periodo:
le colleghe che si sono offerte di aiutarmi in casa o mi hanno dato una mano con il lavoro; la signora che mi ha rincuorato, dicendomi che ce la faremo, che usciremo da questo periodo nero; il nuovo responsabile che mi ha detto che sono tra le contributor più preparate e brave; l’hugo e il cinema dopo giorni difficili; la famiglia, che c’è sempre; la signora che stamattina in posta mi ha fatto i complimenti per la punta di rosa della mia borsa; il messaggio del figlio della mia amica che voleva chiedere subito a Gesù di guarire Teo; gli amici che si prendono in carico i miei compiti nell’associazione di cui facciamo parte; le telefonate sincere e affettuose da parte di colleghe che non sono più soltanto quello; gli amici che ogni giorno si fanno sentire; le persone che mi chiedono: ma tu, tu, come stai?; l’amica che mi dice: io voglio vederti, ti vengo a prendere e ci sfoghiamo; il signore che mi ha fatto salire per prima sul treno, cedendomi il passo, sorridendomi; la collega che mi suggerisce di candidarmi per il mio sogno nel cassetto; la collega che, appena conosciutami, mi dice che mi trova luminosa, senza sapere di tutto il buio intorno.
Ecco, non potete sapere il bene che mi avete fatto: come una carezza al cuore, come uno di quegli abbracci che mi dava sempre Teo e che adesso non può.

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